L'Italia spiegata ai ragazzi by Antonio Nicaso & Marco Pignotti

L'Italia spiegata ai ragazzi by Antonio Nicaso & Marco Pignotti

autore:Antonio Nicaso & Marco Pignotti [Nicaso, Antonio & Pignotti, Marco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


• Chi sono i briganti?

Dopo secoli di dominazione straniera, l’Italia ritrova la sua dignità di nazione, la sua identità politica, sociale e geografica. Ma il processo che porta all’Unità non è indolore, anche a causa dell’incapacità della classe dirigente sabauda di affrontare politicamente i problemi derivanti dall’annessione del Sud. Le industrie tessili e siderurgiche, con la creazione del mercato unico, non reggono alla concorrenza e vengono chiuse. I contadini che sperano di mettere le mani sulle terre demaniali ed ecclesiastiche restano delusi. Così nasce il brigantaggio, definito da una commissione parlamentare d’inchiesta «una protesta selvaggia e brutale della miseria contro antiche e secolari ingiustizie». Dopo l’annessione del Regno delle Due Sicilie, nelle province meridionali gran parte della popolazione si ribella alle nuove leggi, come la coscrizione obbligatoria, otto anni di leva militare, e alle nuove imposizioni fiscali che colpiscono soprattutto le fasce più deboli della società, quelle maggiormente illuse dalle promesse di Garibaldi.

Banditi comuni, patrioti, contadini affamati ed eccitati dai parroci, ex soldati dell’esercito borbonico allo sbando, prendono le armi e combattono per difendere la loro patria e il loro re. Sembrano focolai destinati a spegnersi in poco tempo, ma quella insorgenza sociale mette a dura prova l’amministrazione piemontese, che per combattere il brigantaggio dovrà dispiegare metà del suo esercito, più di centomila soldati e usare leggi speciali che sospendono le garanzie costituzionali e consentono fucilazioni di massa, giudizi sommari, rappresaglie a intere popolazioni. Un pugno di ferro pesante che molti anni dopo Antonio Gramsci commenterà così: «Lo Stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono di infamare con il marchio di briganti» (“L’ordine nuovo. Rassegna settimanale di cultura socialista”, 1920). E dire che tutto è chiaro già da allora, come si desume dalla denuncia al Parlamento italiano (novembre 1862) di Giuseppe Ferrari: «Potete chiamarli briganti, ma combattono sotto la loro bandiera nazionale; potete chiamarli briganti ma i padri di questi briganti hanno riportato per due volte i Borbone sul trono di Napoli... È possibile, come il governo vuol far credere che millecinquecento uomini comandati da due o tre vagabondi possano tenere testa a un intero regno, sorretto da un esercito di centoventimila regolari? Perché questi millecinquecento devono essere semidei, eroi! Ho visto una città di cinquemila abitanti (Pontelandolfo, N.d.R.) completamente distrutta! Da chi? Non dai briganti».



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