Il libro nero delle Brigate Rosse by Pino Casamassima

Il libro nero delle Brigate Rosse by Pino Casamassima

autore:Pino Casamassima
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Saggistica
editore: Newton Compton editori
pubblicato: 2012-11-14T16:00:00+00:00


Il «Corriere Mercantile» del 12 febbraio 2004 rievoca la strage di via Fracchia.

Allo sbandamento dell’organizzazione brigatista si unì quello del sindacato, dovuto a quella che passerà alla storia come la “marcia dei quarantamila”. La FIAT aveva infatti licenziato sessantuno operai, ritenendoli responsabili di fatti gravissimi riconducibili a terrorismo. La dura reazione del sindacato fu respinta dall’azienda che anzi rilanciò annunciando il licenziamento di 14.469 operai a causa della grave crisi in cui versava il settore dell’auto: nonostante il formidabile apporto nelle vendite della neonata Panda, il parco auto invenduto della FIAT si era ingigantito sempre di più. Quindi, o si tagliava sui costi o si moriva. E tagliare significava ovviamente licenziare. L’estate si chiuse con un nulla di fatto; una situazione in stand by sia per la classe operaia sia per la FIAT. Alla ripresa dell’attività produttiva in settembre, Cesare Romiti, amministratore delegato di FIAT Auto, presentò il piano elaborato coi suoi collaboratori durante il mese di agosto, in cui prospettava la cassa integrazione a rotazione. Il picchettaggio degli operai, che di fatto impedì a chiunque l’entrata in fabbrica per oltre un mese, provocò alla fine lo scollamento dei “colletti bianchi”, i quali dopo più di un mese senza stipendio decisero di porre fine a quella situazione organizzando un convegno in un teatro torinese, convegno che poi si riversò nelle strade della città, ingrossando le sue fila a dismisura, fino a quella cifra, “quarantamila”, strillata in prima pagina da «la Repubblica», che se non era proprio esatta, non era comunque certo molto lontana dalla realtà. Questo episodio offrì alla FIAT il colpo vincente: Romiti fu in grado di imporre la cassa integrazione a zero ore per ventitremila operai, ottenendo di fatto il duplice successo di scaricare sullo Stato i costi, e escludere per sempre dall’azienda ben più dei quattordicimila operai di cui aveva chiesto il licenziamento. Il tutto con tanto di beneplacito di un governo che nel frattempo era caduto. A questo punto, il sindacato era sconfitto, così come il Partito Comunista, che anzi si tirò dietro gli strali dei moderati per l’appoggio sostanziale dato agli scioperanti da Berlinguer nel suo comizio tenuto davanti ai cancelli della FIAT. Romiti racconterà che una notte, passando in incognito in macchina davanti ai capannelli degli operai che presidiavano la fabbrica da oltre un mese, si convinse che era il momento giusto per colpire a fondo, perché la maggior parte degli operai era ormai stremata e stufa di sostenere la battaglia di soltanto alcuni di loro. Infatti, in quella “marcia”, oltre ai “colletti bianchi” parteciparono anche molte tute blu.

Questo smacco, subìto senza accennare nessuna reazione da parte delle BR, convinse gli appartenenti alla Walter Alasia a gestire autonomamente le proprie azioni: il 12 dicembre con l’omicidio del dirigente industriale Renato Briano, si misero, di fatto, fuori del controllo politico dell’Esecutivo che, con l’opuscolo dieci comunicò ufficialmente l’avvenuta separazione: nessuno dei successivi tentativi di ricomposizione della spaccatura avrà successo.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.