Il senso della vita senza Dio by Steve Stewart-Williams

Il senso della vita senza Dio by Steve Stewart-Williams

autore:Steve Stewart-Williams
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788897412113
editore: Espress


La «grande catena dell’essere»

L’assunto della superiorità dell’uomo è ubiquo nei sistemi di credenze, in particolare occidentali. Nel capitolo precedente abbiamo incontrato diversi modi per rendere conto della differenza tra l’uomo e gli altri animali: noi soltanto siamo a immagine e somiglianza di dio, noi solamente possediamo la scintilla della ragione, soltanto noi siamo agenti morali. Ma l’idea dell’inferiorità degli altri animali non è stata professata solo da filosofi e uomini di chiesa; innanzitutto, quest’idea è incorporata implicitamente nel nostro linguaggio quotidiano. Per esempio, dire che qualcuno «si comporta come un animale» significa criticare il suo modo di agire, e i nomi degli animali sono spesso utilizzati come insulti (cane, serpente, ratto). Allo stesso modo, nel corso della storia, gruppi che hanno dominato o decimato altre minoranze si riferivano a queste ultime come «meri animali» o come «sub-umani»: così i nazisti indicavano gli ebrei, e non si tratta di un fatto eccezionale.

Certo, non tutti hanno considerato gli altri animali in modo altrettanto negativo; in alcune culture certe specie sono reputate sacre, inoltre religioni orientali come il buddismo, l’induismo, il giainismo e il taoismo attribuiscono pari valore a qualsiasi forma di vita (almeno a parole). Tuttavia, il costume di guardare agli altri animali dall’alto in basso non è ristretto al pensiero occidentale: secondo un’idea caratteristica della tradizione filosofica indiana, è possibile che le persone, in conseguenza del cattivo karma maturato nel corso di questa vita, si reincarnino successivamente come «animali inferiori» (l’esempio più classico è lo scarabeo stercorario)1. È implicito in quest’idea che gli animali rappresentino condizioni inferiori, dunque non desiderabili.

La tesi della superiorità dell’uomo sugli animali è parte integrante di una concezione pervasiva a proposito della struttura del mondo, nota come la grande catena dell’essere2. Secondo l’assunto di base di questa concezione, nel mondo tutto può essere serializzato in un ordine che va dall’inferiore al superiore: tutto ciò che esiste è collocato entro uno spettro continuo che va dal livello base della pura materia (per esempio, pietre e montagne) al livello massimo della pura ragione o dello spirito (vale a dire, dio) – ergersi di un gradino su questa scala significa salire di un «livello dell’essere». Nella posizione più bassa sta il mondo degli oggetti inanimati, il cui solo attributo è l’esistenza; subito a seguire vengono le piante, che, come gli oggetti inanimati, hanno l’esistenza, ma a questa aggiungono la vita; gli animali occupano il gradino superiore alla piante: come le piante, gli animali hanno sia esistenza sia vita, ma in aggiunta essi posseggono desideri e appetiti e la capacità di muoversi da sè. Il vertice del mondo naturale è occupato – non ci vuol molto a immaginarlo – dagli uomini: essi possiedono tutti gli attributi delle forme di vita inferiori (esistenza, vita, appetiti, mobilità) e, in più, la ragione. La ragione farebbe dell’uomo qualcosa di molto speciale, distinguendolo dalla mera materia: l’uomo sarebbe dunque una creatura duplice, possedendo sia un corpo materiale sia una mente, o un’anima, immateriale. Gli angeli, al contrario, non avrebbero alcuna componente materiale, sarebbero insomma puro



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