Il senso di una fine by Julian Barnes

Il senso di una fine by Julian Barnes

autore:Julian Barnes [Barnes, Julian]
La lingua: ita
Format: epub, mobi, azw3
ISBN: 9788858406014
editore: Einaudi
pubblicato: 2012-08-03T08:25:33+00:00


Passa un’altra settimana circa ed ecco spuntare di nuovo il nome di Fratello Jack nella mia casella di posta. «Ti mando l’indirizzo e-mail di Veronica, ma non lasciarti sfuggire che l’hai avuto da me. Potrei vedermela brutta. Hai presente le tre scimmiette sagge: non vedo, non sento, non parlo? Ecco, quello è il mio motto. Qui, cieli azzurri, vista sul Sydney Harbour Bridge, quasi. Ma ecco che arriva il mio risciò. Cordiali saluti, John F.».

Sono rimasto sorpreso. Non mi aspettavo che mi aiutasse. Ma che ne sapevo in fondo di lui e della sua vita? Giusto quello che avevo estrapolato dai ricordi di un brutto weekend di tanto tempo prima. Mi ero convinto che la famiglia e le scuole gli avessero garantito un vantaggio su di me, mantenuto senza sforzo fino a oggi. Ricordavo di aver sentito Adrian dire che aveva letto di Jack su una rivista di facoltà, ma che non credeva l’avrebbe mai conosciuto (del resto, nemmeno credeva che sarebbe uscito con Veronica). E aveva anche aggiunto, con voce diversa, piú dura: «Detesto il modo che hanno gli inglesi di non prendere sul serio le cose che prendono sul serio». Non ho mai saputo – perché stupidamente non l’ho mai chiesto – su che cosa si fondasse il commento.

Si dice che prima o poi il tempo ci scova, no? E forse il tempo aveva scovato Fratello Jack e lo aveva punito per la sua mancanza di serietà. Ho incominciato a quel punto a concepire una vita diversa per il fratello di Veronica, una vita nella quale gli anni di studi risplendevano nella memoria come soffusi di gioia e speranza, l’unico periodo anzi in cui l’esistenza aveva raggiunto per lui quel senso di armonia cui tutti aspiriamo. Immagino Jack, dopo la laurea, sistemato nepotisticamente in una delle solite immense multinazionali. L’ho immaginato cavarsela abbastanza bene, in principio, e poi, a poco a poco, sempre meno. Il classico tipo socievole, dotato di un certo savoir-faire, ma non della grinta necessaria, in questo mondo in mutamento. Le chiuse spiritose dei suoi messaggi e discorsi mi sono apparse dopo un po’ piú un segnale di inettitudine che di ricercatezza. E benché non l’avessero forse accompagnato alla porta, l’accenno al pensionamento precoce con qualche incarico ad hoc qua e là mi è parso abbastanza inequivocabile. Doveva essere uno di quei consulenti onorari a spasso, sostituto di qualche funzionario in grandi metropoli, spianatore di guai in centri minori. «Vista sul Sydney Harbour Bridge, quasi». L’ho immaginato trasferirsi con il portatile nel dehors di un caffè con wi-fi, perché gli pareva in effetti meno deprimente che lavorare dalla camera di un hotel con meno stelle di quelle alle quali si era abituato.

Non ho la minima idea se le grandi aziende funzionino davvero cosí, ma avevo rimediato un modo per pensare a Fratello Jack senza sentirmi a disagio. Ero perfino riuscito a sfrattarlo da quel villone affacciato sul campo da golf. Non arrivavo di certo a compatirlo, intendiamoci. Ma non sentivo neppure di dovergli qualcosa, e questo era il punto.



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