Le porte regali by Pavel A. Florenskij

Le porte regali by Pavel A. Florenskij

autore:Pavel A. Florenskij [Florenskij Pavel A.]
La lingua: ita
Format: epub, azw3
editore: Marsilio
pubblicato: 2018-04-18T22:00:00+00:00


Postfazione

La prefazione tutta di getto di Le porte regali. Saggio sull’icona (1977), in cui Zolla si confessa sbalordito dell’incontro con un altissimo testimone della spiritualità ortodossa, procura l’occasione di sottolineare con forza, questa volta fuori del contesto dell’Opera omnia dello scrittore [1], le sfaccettature poliedriche di una mente onnivora quale fu la sua, pronta a scovare, con uno zelo e un fiuto imbattibili e la padronanza del poliglotta, gli scritti di autori geniali, spesso sparpagliati in pubblicazioni di difficile reperimento anche alla fonte, adoperandosi a tradurli, introdurli e pubblicarli in Italia in totale autonomia rispetto alle tendenze allora dominanti nella cultura nostrana laica e cattolica. Nel 1969 l’occasione giusta fu quando il senatore Tristano Codignola, proprietario delle edizioni La Nuova Italia a Firenze, gli offrì di fondare una rivista trimestrale di studi interdisciplinari e di dirigerla in piena libertà intellettuale. Zolla, da pensatore laico, osò chiamarla «Conoscenza religiosa» (il corsivo è mio), chiarendo nel primo editoriale (1, 1969) che «sarebbe buffo dire che questa rivista è dedicata all’etnologia, anche se pubblicherà testi etnologici; che è dedicata alla teologia, visto che non avrà motivo di pubblicare pagine teologiche che sia-no disgiunte dall’esperienza del divino e rispondano al puro e degno bisogno di ordine razionale entro un sistema; dire che è dedicata all’ecumenismo, essendo i suoi fini distinti da un’amabile amministrazione dei rapporti di buon vicinato tra le confessioni». Con queste recise premesse accadde che gli abbonati, circa trecento nei quattordici anni di vita di una rivista priva di alcun sostegno economico e forte della sola autorevolezza del fondatore, ebbero il privilegio di leggere in anteprima saggi di studiosi del rango di M. Schneider, A.J. Heschel, J. Canteins, S. Dresner, S.H. Nasr, M. Griaule, G. Scholem, Lobsang B. Lhalungpa, F. Staal, A. Piatigorskij, R. Haase, per citare nomi poi divenuti famosi nella ricezione critica italiana [2], e tra loro proprio Pavel A. Florenskij, presente per la prima volta nel fascicolo 4, 1974 di «Conoscenza religiosa» (d’ora in poi in sigla CR), con un «brogliaccio» di appunti (così lo definisce Zolla) intitolato L’icona, attinto al giornale dell’Esarcato del Patriarcato ecumenico per l’Europa occidentale a Parigi, marzo 1969. «Questa versione – precisava – è la prima in Italia di un testo di Florenskij. Le note fra parentesi quadre sono, salvo altra indicazione, della redazione di quel periodico. Ringrazio Olga Fersen per avermi chiarito molti punti del testo» [3]. In quelle diciannove pagine affiorano i temi cruciali che innervano Le porte regali nel ventaglio metafisico e teologico del culto dell’icona in Russia, nonché le norme canoniche di esecuzione stabilite dai Santi Padri. Nella nota annessa a L’icona su CR, Zolla informava: «Pavel Florenskij fu, così credo, il maggiore pensatore del nostro secolo. Resta sconosciuto anche perché il suo capolavoro La colonna e il fondamento della verità. Saggio di teodicea ortodossa in dodici lettere uscì a Mosca nel 1914. Fu fisico, chimico, inventore (oltre che teologo, filosofo e poeta). L’Enciclopedia filosofica sovietica propone il seguente enigma: “subì la repressione del 1933, fu riabilitato nel 1954”. Fra le due date c’è quella della morte, forse il 1939» [4].



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