Il significato dell'esistenza umana by Edward O. Wilson

Il significato dell'esistenza umana by Edward O. Wilson

autore:Edward O. Wilson [Wilson, Edward O.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Filosofia, Saggistica, Scienze
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Capitolo 10

Ritratto di ET

Quello che sto per dire è speculazione, ma non si tratta di pura speculazione: esaminando la miriade di specie animali che vivono sulla Terra insieme alla loro storia geologica, e poi estrapolando questa informazione ai plausibili equivalenti su altri pianeti, possiamo tracciare un quadro approssimativo dell’aspetto e del comportamento di organismi extraterrestri intelligenti. Spero che a questo punto il lettore non decida di lasciar perdere e non liquidi questo approccio senza prima rifletterci. Consideriamolo piuttosto un “gioco scientifico” in cui le regole si adattano per accogliere nuove evidenze. Vale sicuramente la pena di giocare. Il premio - anche se la probabilità di entrare in contatto con intelligenze aliene di livello pari o superiore al nostro è di un’evanescente esiguità - è la costruzione di un contesto in cui sarà possibile tracciare un’immagine più nitida della nostra specie.

Certo è forte la tentazione di lasciare l’argomento a Hollywood: a chi si occupa di creare i mostri di Guerre stellari o i personaggi simili a punk di Star Trek. Venire a conoscenza dei microbi extraterrestri è un conto: in linea di principio non è difficile immaginare l’autoassemblaggio di organismi primitivi a livello dei batteri, degli archei, dei picozoi e dei virus terrestri, e probabilmente gli scienziati troveranno presto le prove di questa vita microbica su altri pianeti. Tutt’altra faccenda invece è immaginare l’origine di un’intelligenza extraterrestre pari o superiore a quella umana. Sulla Terra questo livello di estrema complessità è stato raggiunto una volta sola, e in quell’unico caso dopo più di seicento milioni di anni di evoluzione all’interno di una vasta varietà di vita animale.

Nella storia della vita i passaggi evolutivi finali che hanno preceduto la singolarità umana - ossia la divisione altruista del lavoro in uno spazio protetto che funge da nido - si sono verificati solo in venti casi conosciuti. Fra le linee che hanno realizzato questi preliminari del livello finale, tre sono di mammiferi, e precisamente due specie di ratti-talpa africani e Homo sapiens, quest’ultimo come curiosa diramazione dal ceppo delle grandi antropomorfe africane. Dei venti gruppi che arrivarono a quell’importante risultato nell’organizzazione sociale, quattordici sono di insetti. Tre, infine, sono gamberetti marini che vivono tra i coralli. A parte gli esseri umani, nessuno di questi animali ha un corpo abbastanza grande, e quindi dimensioni cerebrali potenzialmente sufficienti, per evolvere un’intelligenza elevata.

Il fatto che la linea preumana sia arrivata fino a Homo sapiens è il risultato congiunto di un’opportunità unica e di una straordinaria fortuna; le probabilità contrarie erano schiaccianti. Se, negli ultimi sei milioni di anni trascorsi da quando la linea degli scimpanzé e quella degli esseri umani si separarono, una qualsiasi delle popolazioni direttamente incamminate verso la specie moderna si fosse estinta - un triste evento sempre possibile, giacché la longevità geologica media di una specie di mammiferi è di circa cinquecentomila anni - forse si sarebbero dovuti aspettare altri cento milioni di anni per assistere alla comparsa di un’altra specie al livello umano.

Considerando tutti i requisiti che con ogni probabilità devono essere soddisfatti



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