Il tempo in una bottiglia by Rob DeSalle e Ian Tattersall

Il tempo in una bottiglia by Rob DeSalle e Ian Tattersall

autore:Rob DeSalle e Ian Tattersall [Tattersall, Rob DeSalle e Ian]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Codice edizioni
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Capitolo 7

Il regno del terroir

Dalla strada che corre a nord di Chagny in direzione di Beaune quasi non si vede. Altro non è che un crinale all’orizzonte, per lo più ricoperto di viti. Noto come “Mont Rachaz” quando fu registrato per la prima volta come vigneto nel 1252, si tratta di uno scorcio come se ne vedono tanti in Borgogna. Ma i vini, signori! Chissà come, lo strato sottile di calcare e marna che ricopre il versante collinare ha prodotto il terroir più spettacolare al mondo. Anni fa, quando ancora gli umili mortali potevano – seppur di rado – permetterselo, con non pochi sensi di colpa abbiamo speso una follia per una bottiglia di Le Montrachet. Stiamo ancora cercando, senza troppa fortuna, di riassaporare la magia di quel momento.

Povera superficie terrestre. Fin dall’inizio dei tempi è stata sferzata dagli elementi naturali. Per carità, non che la situazione odierna sia elettrizzante quanto all’epoca del massiccio bombardamento meteoritico, avvenuto circa 4 miliardi di anni fa. Ai tempi la crosta terrestre, appena solidificata, era costantemente colpita da asteroidi man mano che il pianeta “attirava” a sé i detriti di piccole dimensioni rimasti nella sua orbita in seguito alla formazione del sistema solare. Tuttavia, anche nelle condizioni attuali, decisamente più tranquille, la superficie della Terra subisce un attacco quotidiano. Le rocce che costituiscono i continenti vengono erose non solo dal vento e dall’acqua, ma anche dai cicli di riscaldamento/raffreddamento stagionali e giornalieri, che le fanno espandere, contrarre e rompere. Queste forze implacabili rimuovono particelle dalle rocce esistenti e le trasportano nei luoghi in cui si depositano, sulla terra o in mare. Come abbiamo visto nel capitolo precedente, i sedimenti che si depositano sulla terra in breve tempo vengono colonizzati da una quantità stupefacente di organismi, che contribuiscono alla formazione dei terreni. Questi ultimi sono un prodotto della natura di estrema complessità con una variabilità enorme da un luogo all’altro, anche entro brevi distanze, grazie alle elaborate interazioni tra la composizione originale della roccia, la dimensione delle particelle e una vasta gamma di azioni biologiche. Ed è proprio da questa variabilità che ha origine il concetto di terroir, termine istintivamente pregno di significato per un francese, ma piuttosto sfuggente quando si cerca di tradurlo.

In ambito vitivinicolo con terroir si indicano principalmente le caratteristiche dei luoghi in cui crescono le uve, a partire dallo strato roccioso, dal terreno e dal drenaggio, fino a includerne altre quali pendenza, esposizione, microclima, altitudine, latitudine e ogni ulteriore elemento associato. Nonostante il gran numero di variabili in gioco, però, non è così semplice definirlo: nel termine risuonano echi provenienti dalla storia, così come da geologia, topografia, climatologia e biologia. Inoltre, elementi fisici a parte, abbraccia anche cultura e tradizione, vale a dire le modalità con cui la vitivinicoltura, evolutasi nel corso di secoli, ha influenzato il prodotto finale di ogni singolo fazzoletto di terra. In termini più astratti, il terroir include anche il genius loci, quello spirito che percepiamo in tutti i posti magici.

In sintesi, quindi, il terroir è qualcosa



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