Il traghetto per Gabriola by Malcolm Lowry

autore:Malcolm Lowry [Lowry, Malcolm]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858835692
editore: Feltrinelli
pubblicato: 2019-03-11T11:43:16+00:00

XXIV

“Questo sconcio deve finire…”

Non erano andati lontano. Non più lontano, tanto per cominciare, e ancora una volta, di un appartamento nel West End di Vancouver subaffittato mentre cercavano un’altra casa, e dopo una settimana di quella solfa Ethan aveva pensato seriamente di tornare indietro, sfratto o non sfratto. Ma la capanna era stata “prestata” a un certo Wolverhampton, uno dei maestri della scuola di Tommy.

Forse non sarebbe stato così brutto se avessero potuto riavere il loro vecchio appartamento nel West End, dove avevano abitato la prima volta che erano venuti a Vancouver. Forse là si sarebbe riscoperta qualche essenza di quei vecchi giorni improvvisati di cameratismo, qualche essenza di quella vecchia speranza e di quel disperato tentativo di rinnovamento, prima che, sulla loro spiaggia, avessero mai sentito il sapore della felicità. Avessero almeno saputo, in quei giorni cupi, quali gioie erano tanto vicine, in attesa del loro arrivo! Quella speranza non era stata illusoria, anche così, e forse un suo fantasma continuava a dimorarvi, per compiere un altro miracolo… O così aveva pensato lui fino a quando non avevano scoperto che il loro vecchio alloggio non poteva più essere affittato, o tanto meno definito – se non grazie a qualche oltraggioso eufemismo – l’appartamento di un palazzo di civile abitazione.

Così incommensurabilmente più felici, al confronto, tuttavia, cominciavano a sembrare i giorni passati là che Ethan dimenticò completamente quant’erano stati prossimi al collasso, tutt’e due. Ansia e disonore avevano vagato tra le rovine del suo essere come coguari in cerca di preda. L’imminente operazione di Jacqueline gettava un’ombra su tutta la loro vita, mentre gli orrori del caso al quale Ethan stava lavorando avevano esacerbato ogni cosa.

Ma nel maggio 1945 Vancouver era stata una novità anche per loro, e poi le stanze che avevano preso sembravano abbastanza confortevoli, comunque un sollievo dopo Niagara-on-the-Lake e il Prince of Wales, e persino, certe volte, divertenti: erano all’ultimo piano di quello che doveva essere stato uno dei primi palazzi del genere a Vancouver, un vecchio edificio davvero maestoso (com’era ancora) il cui ascensore di servizio faceva tremare il loro letto, un letto di antica fattura che scivolava fuori del muro da un buio recesso dalle cui profondità, all’inizio della primavera, prima di partire per la spiaggia, dovevano continuamente salvare piccioni caduti dal nido dentro la presa d’aria. Il portiere era un’anima buona che permetteva a Jacqueline, nonostante il divieto del regolamento comunale, di mettere sul davanzale della finestra briciole di pane per nutrire gli uccelli. Per di più, allora, dalle finestre, avevano una piacevole vista di persiane azzurre e tetti colorati, rigata di aceri e castagni, in fondo alla quale passavano lentamente il cavallo del lattaio col suo carro bianco, e il cavallo dello straccivendolo col suo carro verde, oltre i quali, guardando a ovest, si vedevano guglie di chiese sprofondate in una valle, le zanne bianche dei monti oltre monti più vicini coronati di foreste sempreverdi e di tanto in tanto, anche se in principio lo ignoravano, o non vi avevano attribuito alcuna

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