In viaggio con la strega by Allevi Giovanni

In viaggio con la strega by Allevi Giovanni

autore:Allevi Giovanni [Giovanni, Allevi]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
ISBN: 9788817027342
editore: Rizzoli
pubblicato: 2008-11-16T16:00:00+00:00


Durante le prove sono nervoso, e nonostante i miei sorrisi rassicuranti, non posso evitare di trasmettere ai musicisti tutta la mia tensione. Ogni brano presenta un problema costante: manca l'amalgama. Abbiamo tutti gli ingredienti, i più puri e raffinati, ma la torta non riesce.

Alla grande responsabilità si unisce un altro inconveniente non trascurabile: devo rapportarmi umanamente con quaranta persone che non conosco e impartire loro direttive in modo deciso e autoritario. Proprio il contrario del mio carattere. Dirigere una grande orchestra è molto più complicato di quanto possa sembrare. Il movimento deve essere in anticipo sulle note, perché dall'indicazione della bacchetta all'emissione del suono da parte dell'esecutore passa un breve istante. Quindi il «mio» tempo deve anticipare quello degli altri. Se invece andassi in perfetta sincronia con i musicisti, come verrebbe naturale, l'orchestra inizierebbe a rallentare e il brano «si siederebbe».

Serve una pausa. Ho un mal di testa spaventoso. Guardo gli strumentisti: ragazzi, ragazze, adulti.

Non li conosco, ma quante ne passeremo insieme. Mi sembra il primo giorno di scuola al liceo. Penso per un attimo che loro stanno combattendo per me, che il loro impegno non è affatto scontato. Ognuno ha studiato una vita intera per essere qui a onorare le mie note col proprio talento. Che senso ha il mio mal di testa e la tensione? Dovrei fare salti di gioia ed essere riconoscente dell'attenzione che mi dedicano. Stiamo eseguendo Evolution per la prima volta, questo è meraviglioso!

Riprendiamo la prova e ogni tanto una piccola luce si accende. Le diverse sezioni si intersecano negli incastri ritmici e l'orologio inizia a girare, i musicisti prendono coscienza delle reciproche parti e melodie, le energie e i volumi si armonizzano. Vedo sorrisi, archetti battuti sul leggio in segno di approvazione: credo di averli conquistati. Scopro di avere un approccio maieutico alla direzione: non impongo le cose, ma lascio che siano i musicisti a esprimere, gradatamente e con coscienza, la musicalità insita nelle mie note. Diventano così protagonisti, e non sottomessi alla visione schiacciante e inevitabile del direttore. Per me l'unica autorità è la Musica e mi faccio volentieri da parte quando vedo che viene rispettata.

Finita la prova alcuni si avvicinano. I contrabbassi sembrano contentissimi: i passaggi musicali che la mia partitura li costringe ad affrontare sono assolutamente insoliti per la scrittura orchestrale, e svolgono il ruolo di autentica colonna portante e di motore ritmico.

Anche il percussionista fa un commento interessante. Mi spiega che in genere i compositori contemporanei mettono in mostra nel loro organico una gran quantità di strumenti a percussione: campane tubolari, tamburi di ogni tipo, marimbe, vibrafoni, oggettini e fischietti vari. Qui invece ci sono solo un paio di timpani, un piatto sospeso e un Glockenspiel: più che uno sfoggio timbrico, si sente che la logica musicale governa le percussioni. Insomma, è contento pure lui.



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