Inquisitori e Inquisizione del Medioevo by Grado Giovanni Merlo
autore:Grado Giovanni, Merlo [Merlo, Grado Giovanni]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Saggi
ISBN: 9788815141118
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2008-10-14T22:00:00+00:00
3. La piana accettazione dellâufficio inquisitoriale
Accertato con sicurezza è invece il passaggio definitivo, tra il 1252 e il 1254, dagli «inquisitori dellâeretica pravità deputati dalla sede apostolica» allâInquisizione in quanto istituzione identificata e stabile: si pone fine alla fase di sperimentazione e si passa alla vera e propria istituzionalizzazione, in cui lâOrdine dei frati Minori ottiene la piena equiparazione allâOrdine dei frati Predicatori in merito alla repressione antiereticale. E ciò accade in modo piano e condiviso nellâuniverso «francescano», come risulta dal fatto che non se ne riscontri alcun riflesso, favorevole o contrario, nelle fonti che esprimono, in vario modo e a diverso livello, lâautocoscienza di quellâuniverso. Dâaltronde, nellâultimo quarto del XIII secolo alcuni capitoli generali prendono singole decisioni relative agli inquisitori[43], ma mai mettono in discussione il fatto che i frati Minori esercitassero lâufficio inquisitoriale.
Lâassunzione dellâufficio inquisitoriale da parte di frati Minori scelti dai ministri dellâOrdine «francescano» può forse «apparire â per usare le parole di Giulia Barone â come una sorta di âtradimentoâ del messaggio di Francesco di Assisi, cui certo era sempre stato estraneo qualsiasi atteggiamento repressivo»[44]; ma è nel contempo indiscutibile che, per quanto è a mia conoscenza, nellâabbondante e variegata documentazione del XIII secolo non si trova riferimento alcuno, esplicito o implicito, a una qualsivoglia critica o opposizione a che i Minori assumessero la titolarità dellâufficio inquisitoriale. Non solo: i provvedimenti di Innocenzo IV del 1254 passano sotto assoluto silenzio. Nemmeno ne parla Niccolò da Calvi, coevo autore della Vita di Innocenzo IV[45], che era frate Minore e confessore del papa[46]: egli non ne fa cenno in senso né positivo né negativo. Semplicemente non ne parla: come non ne parlerà frate Salimbene de Adam, né ne parleranno i facondi scrittori «spirituali» al passaggio dal XIII al XIV secolo.
Che lâOrdine dei frati Minori e i suoi membri venissero impegnati nellâufficio inquisitoriale appare del tutto normale a metà del Duecento così come in precedenza. Dâaltronde, i provvedimenti di Innocenzo IV del 1254 sono emanati durante il generalato di Giovanni da Parma, frate molto amato dal pontefice, che lo avrebbe voluto sempre con sé in curia e aveva pensato di nominarlo cardinale[47]. Ciò giustificherebbe, insieme alla esplicita predilezione innocenziana nei confronti dei frati Minori[48], la decisione del papa di immettere lâOrdine nellâorganigramma dellâInquisizione riorganizzata: cosa che il ministro generale, a quanto pare, accetta senza nessuna discussione. Lâaccettazione avviene da parte di un frate Minore â si badi â la cui esemplarità «francescana» appare di totale e indiscutibile evidenza: un frate Minore che prediligeva i frati più deboli e poveri («debiliores fratres et pauperiores») e che voleva che i frati fossero minori fra tutti per umiltà e mansuetudine («minores inter omnes humilitate et mansuetudine»); ma che, nel medesimo tempo, era rispettato e venerato da papi e cardinali, dai re di Francia e dâInghilterra e dallâimperatore di Bisanzio[49] e che era in ottime relazioni con il maestro generale dellâOrdine dei Predicatori[50].
In tutte queste cose non sembra esservi alcuna contraddizione: né contraddittoria risulta lâaccettazione dei provvedimenti «inquisitoriali» di Innocenzo IV, benché emessi in una contingenza che doveva rivelarsi carica di tensioni tra lâOrdine e il papato.
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