Io voglio lei by Ava Lohan

Io voglio lei by Ava Lohan

autore:Ava Lohan [Lohan, Ava]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2016-12-20T23:00:00+00:00


15

Rose era stregata dalle mie macchine. Sembrava non sapesse decidere dove posare lo sguardo fino a che non individuò la Bugatti. Si avvicinò e rimase immobile a fissare la mia bambina su quattro ruote. «Bugatti Veyron, edizione speciale. Esistono soltanto due esemplari. E una è questa che vedi. Prezzo di listino, quasi tre milioni di dollari.»

Le mie parole la fecero arretrare.

«È l’ultimo regalo di mio nonno prima della sua morte. Ogni auto che vedi è un suo regalo di compleanno, da quando ho sedici anni. Sono nove. Ha sempre sfruttato il mio interesse verso le auto sportive per comprarmi.»

«La sola che ho avuto io è una vecchia Ford Laser del 90. Avrei dovuto usarla qualche anno, per fare pratica. Poi i miei me ne avrebbero regalata una nuova.» Mi guardò. «Mi spiace per tuo nonno» disse, «dovevi volergli molto bene.»

Mi irrigidii.

Era questo che credeva? Che stessi male per la sua perdita?

L’indifferenza con cui le avevo raccontato dei suoi regali andò a farsi fottere, spazzata via da una rabbia che non sarei mai riuscito a sconfiggere. Non importava che lui fosse morto. Io non avevo smesso di odiarlo un solo minuto negli anni passati, o un solo secondo in queste ultime settimane. Credevo che dopo il funerale avrei smesso di portargli rancore. Che la collera sarebbe scemata, fino a dissolversi e diventare un ricordo offuscato. Ma era nitida e onnipresente, come ogni cosa che lui mi aveva fatto o imposto. Era morto e avevo sperimentato sulla mia pelle che il tipo di odio che nutrivo per lui non mi avrebbe mai lasciato. Era un sentimento logorante, un odio profondo, scolpito nelle ossa. Qualcosa a cui potevo solo sottostare. Era ciò che Rose avrebbe dovuto provare per me. Quello che avrebbe dovuto sentire ogni volta che mi avrebbe pensato. Avrei dovuto farle ribrezzo, farle venire il voltastomaco, e non volevo che lo sapesse.

Mi sentii soffocato dalla mia prigione e dal mio dannato segreto.

Non meritavo nemmeno di guardarla negli occhi e mi ostinavo a farlo.

«Niente affatto» dissi risoluto. «Lo odiavo. Perderlo è stata una liberazione.» Mi allontanai fino a fermarmi vicino alla Ferrari. Adoravo le mie auto e allo stesso tempo non le sopportavo, perché non sarei mai stato libero di guidarle ovunque come sognavo di fare. Non potevo stare neanche un solo mese lontano dal Lust. Dovevo accontentarmi delle briciole. Di pochi fottutissimi giorni per non perdere ogni cosa. Non avrei mai avuto la libertà che mio padre si era preso scappando. Io sarei rimasto vincolato al volere di mio nonno fino alla fine. Un chicco di caffè che aveva cambiato il colore dell’acqua in cui era stato gettato e non sarebbe mai uscito dalla caffettiera. Fanculo. Mi allontanai ulteriormente per terminare la mia camminata furiosa davanti alla Porsche cabrio. Mi ci poggiai contro e controllai l’ora. Dieci cazzo di minuti tra le mie cazzo di macchine costose che mi facevano pensare alle mie cazzo di catene. Avevo bisogno di distrarmi. Tutto quello che desideravo in questo momento era spegnere i pensieri e portare il mio culo lontano da casa mia.



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