L' industria dell' Olocausto by norman g. finkelstein

L' industria dell' Olocausto by norman g. finkelstein

autore:norman g. finkelstein [finkelstein, norman g.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: archivio ladri di biblioteche
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Note

1. Henry Friedlander, Darkness and Dawn in 1945. -The Nazis, the Allies, and the Survivors, in US Holocaust Memorial Museum, 1945 - the Year of Liberation, Washington 1995, 11-35.

2. Si veda, per esempio, Segev, Seventh Million, 248.

3. Lappin, Man With Two Heads, 48. D.D. Guttenplan, The Holocaust on Trial, in «Atlantic Monthly», febbraio 2000, 62; ma si legga il testo di Lipstadt, in cui l'autrice equipara il sollevare dubbi circa la testimonianza di un sopravvissuto alla negazione dell'Olocausto.

4. Wiesel, All Rivers, 121-30, 139, 163-64, 201-2, 336. «Jewish Week», 17 settembre 1999. «New York Times», 5 marzo 1997.

5. Leonard Dinnerstein, America and the Survivors of the Holocaust, New York 1982, 24.

6. Daniel Ganzfried, Binjamin Wilkomirski und die verwandelte Polin, in «Weltwoche», 4 novembre 1999.

7. Marilyn B. Young, The Vietnam Wars, New York 1991, 301 ; Cohen: US Not Sorry for Vietnam War, in «Associated Press», 11 marzo 2000.

8. Per i retroscena, si vedano soprattutto Nana Sagi, German Reparations, New York 1986, e Ronald W Zweig, German Reparations and the Jewish World, Boulder 1978.

Entrambi i volumi sono ricostruzioni storiche ufficiali commissionate dalla Claims Conference.

9. In risposta a un'interrogazione recentemente fatta dal deputato tedesco Martin Hohmann (CDU), il governo tedesco ha riconosciuto (pur tra mille giri di parole) che solamente il quindici per cento del denaro versato alla Claims Conference è davvero giunto alle vittime delle persecuzioni naziste. La replica del governo tedesco prosegue dicendo che «l'accusa secondo cui quattrocentocinquanta milioni di marchi sono stati "usati per uno scopo diverso da quello previste" e "rifiutati"» alle vittime dell'Olocausto non corrisponde quindi al vero». Si veda il verbale del Bundestag tedesco, quattordicesima legislatura, 23 febbraio 2000, 8277, risposta dei segretario di Stato Diller all'interpellanza di Hohmann. Questa rassicurazione può tuttavia essere conciliata con la ricostruzione storica ufficiale della Jewish Claims Conference (cfr. n. 10).

10. Nella sua ricostruzione storica ufficiale, Ronald Zweig ammette esplicitamente che la Claims Conference violò i termini dell'accordo: «L'afflusso di fondi della Claims Conference permise al Joint [Distribution Committee] di proseguire in Europa programmi che altrimenti sarebbero stati chiusi e di avviare programmi che altrimenti non sarebbero stati presi in considerazione per mancanza di fondi. Ma il cambiamento più significativo nel budget dell'JDC che dipese dal pagar mento dei risarcimenti furono le assegnazioni di denaro nei Paesi musulmani, dove le attività del joint, durante i primi tre anni di versamenti da parte della Claims Conference, registrarono un aumento del sessantotto per cento. Nonostante le restrizioni formali all'uso dei fondi di risarcimento nell'accordo con la Germania, i soldi vennero impiegati là dove le necessità erano prioritarie. Moses

Leavitt [funzionario d'alto rango della Claims Conferencel [...] osservò: ”I nostri criteri si basavano sulle priorità dentro e fuori Israele, Paesi musulmani compresi [... ]

Consideravamo i fondi della Claims Conference nient'altro che una parte di un fondo generale stanziato a nostra disposizione per venire incontro alle necessità degli ebrei nell'area di cui eravamo responsabili, l'area delle priorità urgenti”». ( German Reparations, 74.)

11. Si vedano, per esempio, Lorraine Adams, The Reckoning, in «Washington Post Magazine», 20 aprile 1997; Netty C.



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