La battaglia - Storia di Waterloo by Alessandro Barbero

La battaglia - Storia di Waterloo by Alessandro Barbero

autore:Alessandro Barbero [Barbero, Alessandro]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Gius.Laterza & Figli Spa
pubblicato: 2013-06-11T22:00:00+00:00


41. «Tu n’es pas mort, coquin?»

Quando videro i lancieri francesi partire alla carica e travolgere gli spompati squadroni della cavalleria pesante, i comandanti di alcune delle brigate di cavalleria leggera schierate nelle retrovie del fronte alleato decisero di propria iniziativa di intervenire nella mischia. Il vecchio e litigioso Sir John Ormsby Vandeleur mosse avanti due dei suoi tre reggimenti, il 12° e il 16° Dragoni Leggeri, tenendo prudentemente il terzo di riserva. Alcuni squadroni partirono abbastanza presto da partecipare alla disfatta della fanteria francese: investirono infatti i quadrati di Durutte, e benché nel complesso la fanteria riuscisse a tener duro e a ripiegare senza finire in rotta, anche quell’ultima divisione francese fu costretta a tornare precipitosamente sulle posizioni di partenza, dopo aver lasciato nelle mani del nemico un gran numero di prigionieri. Nel corso di questo scontro confuso il comandante del 16° fu quasi ammazzato da una palla che gli entrò nella schiena e uscì dall’altra parte. Siccome una ferita del genere sembrava poco onorevole, gli ufficiali del reggimento dedussero che il colonnello era rimasto vittima di quello che oggi si chiamerebbe friendly fire, colpito, cioè, dalla stessa fanteria alleata che si trovava più indietro sulla cresta.

Lo scontro fra i reggimenti di Vandeleur e i lancieri di Jacquinot toccò vertici di estrema ferocia, come sperimentò a sue spese il comandante del 12° Dragoni Leggeri, Sir Frederick Ponsonby, un lontano cugino di Sir William. Due sere prima, Ponsonby si era aggirato per il campo di battaglia di Quatre Bras esaminando i cadaveri dei corazzieri, per verificare se le loro corazze erano a prova di pallottola. Finalmente ne aveva trovata una che lo aveva soddisfatto, perché era trapassata da tre buchi, e aveva concluso che dopo tutto nemmeno la famosa cavalleria di Napoleone era invincibile. Ma sul campo di battaglia di Waterloo lo aspettava un nemico ancora più pericoloso dei corazzieri. Nel combattimento con i cavalleggeri di Jacquinot, Sir Frederick venne ferito a entrambe le braccia, perse il controllo del cavallo che lo trasportò in mezzo ai nemici, e finalmente fu abbattuto da una sciabolata sulla testa. Quando rinvenne giaceva nel fango, e cercò a fatica di rialzarsi; un lanciere che gli passava accanto vide che si muoveva e lo colpì alla schiena con la lancia, gridandogli: «Tu n’es pas mort, coquin?». Il ferro entrò sotto la scapola e gli bucò un polmone. Il colonnello, che aveva solo trentadue anni, sentì il sangue che gli riempiva la bocca e il respiro che gli si bloccava, e svenne, convinto che fosse tutto finito.

Il 12° Dragoni Leggeri offre un bell’esempio di come, dopo una sola carica e un breve combattimento, un reggimento di cavalleria potesse diventare praticamente inutilizzabile, in misura del tutto sproporzionata rispetto alle perdite ufficialmente ammesse. Al momento di salire a cavallo i tre squadroni contavano in tutto 310 cavalleggeri; quando il reggimento si radunò dopo lo scontro, poté formare due soli squadroni dimezzati, con appena 94 uomini. Il che non vuol dire che gli altri fossero stati tutti ammazzati, tant’è vero



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