La danza della farfalla by Ivan Cottini

La danza della farfalla by Ivan Cottini

autore:Ivan Cottini [Cottini, Ivan]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2023-04-14T12:00:00+00:00


La difficoltà della routine familiare

Questo non fu l’unico elemento destabilizzante. A fine primavera, infatti, Valentina ritornò a lavorare. Lì sono incominciate le prime difficoltà pratiche e gestionali, e forse per la prima volta si è trovata costretta a confrontarsi con i problemi che la mia malattia comporta. Doveva fare tutto lei, non aveva praticamente momenti per sé. Se quando era in maternità riusciva a gestirsi in modo meno pesante, adesso non aveva tregua. Con due figli e un compagno invalido, la strada era costantemente in salita. La routine – pressoché impossibile – iniziava la sera per il giorno dopo: prima di andare a letto si tirava il latte, lo metteva nel congelatore e poi, prima di partire, nella borsa frigo. Alle cinque si svegliava, preparava la bambina, la vestiva, caricava suo figlio in macchina e lo portava dai genitori, affidandolo alla sorella, che aveva il compito di svegliarlo per l’ora di scuola e metterlo sul pulmino. Poi proseguiva per il lavoro. Per parte mia, alle 5.30, dopo che Valentina mi metteva in macchina la bambina, guidavo per una trentina di chilometri fino a casa dei miei. Il tutto non senza ansia e preoccupazione: per quanto io abbia la macchina speciale e guidi regolarmente, se fosse successo qualcosa a Viola non avrei potuto evacuarla in sicurezza, e di frequente mi è capitato che alla mattina a quell’ora ci fosse la neve sulle strade, tanto per dirne una. Ogni volta questo viaggio giornaliero era fonte di preoccupazione.

Viola infatti, fin dall’inizio, è stata l’unica persona a farmi sentire veramente malato, non per sua volontà, chiaramente, ma perché io sono suo padre. Io che avrei dovuto e voluto occuparmi di lei, mi rendevo conto che in certi frangenti non era possibile, o che era addirittura pericoloso. Nel 2016, per esempio, a neanche due anni stava per ustionarsi nel tentativo di tirare giù una pentola dal fornello: me lo ricordo come fosse ieri, perché lì per un attimo ho davvero tremato. Non sarei riuscito ad arrivare in tempo, non avrei potuto impedirle di bruciarsi: se non avesse seguito le mie indicazioni, si sarebbe letteralmente rovesciata la padella ustionante addosso. Per fortuna è andata bene, perché Viola in un certo senso è abituata a un papà che non può camminare, correre e soccorrere, è abituata a essere guidata a distanza dal papà, seduto o sdraiato nelle vicinanze. In un’altra occasione, invece, è andata meno bene: un giorno in cui eravamo solo io e lei, ho perso l’equilibrio, sono scivolato sulle scale e, sbattendo la testa, mi sono procurato un bel taglio. Viola si è spaventata, rendendosi conto che non sarebbe riuscita a soccorrermi se mi fossi fatto davvero male. Da quel momento, si rifiuta categoricamente di stare con me da sola, vuole che ci sia un altro adulto con noi – di solito nonna Gabriella.

Tante, tantissime volte, quando la guardo, sento che non posso farcela da solo, che sono malato, che ho bisogno di un aiuto. Del resto, lei ha capito fin da piccolissima la mia



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