LA DONNA NON ESISTE by NICLA VASSALLO

autore:NICLA VASSALLO
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788875787509
editore: Codice edizioni
pubblicato: 2018-02-25T05:00:00+00:00

Cos’è il neurosessismo?

La tesi che le differenze di genere presunte o reali nel cervello maschile o femminile siano una causa diretta delle differenze di genere è stata postulata e difesa più volte in passato. Secondo Nicolas Malebranche, per esempio, il cervello delle donne sarebbe composto da fibre più fragili di quelle del cervello maschile: la delicatezza del cervello femminile è ciò che impedisce alle donne di applicarsi nella scoperta delle verità “nascoste”. Le fibre del cervello femminile sarebbero così fragili che, se costrette al ragionamento astratto, rischiano di spezzarsi. Per lungo tempo, si è anche pensato che le donne fossero intellettualmente inferiori agli uomini perché dotate di un cervello più piccolo. Anche questa ipotesi è stata, com’è noto, smentita dalla scienza: l’intelligenza non ha a che fare con il peso del cervello e quest’ultimo è proporzionale alla massa corporea.

Oggi si è ricominciato a parlare di differenza neuronale tra sessi. In cosa consiste questa novità e che forma di sessismo può veicolare la ricerca sul cervello umano? La differenza fra sessi viene, ai giorni nostri, descritta avvalendosi della neuroimaging funzionale (ossia della diagnostica per immagini). Il rischio che questo tipo di ricerca corre è, sottolinea Fine, quello di rivestire vecchi stereotipi con il fardello della credibilità scientifica. Più precisamente, Fine definisce il neurosessismo come «la profonda convinzione che siano le differenze intrinseche tra il cervello del maschio e quello della femmina a predisporre i due sessi a comportamenti “fissati”, “immutabili” e “stereotipati”» (Fine, 2010, pp. 18-19).

Possiamo distinguere due forme di neurosessismo. La prima forma è interna alla scienza. Analizzando i recenti studi sul cervello, si scopre infatti un sorprendente numero di assunzioni basate su ipotesi incongruenti, divergenze di opinioni, metodologie discutibili, “atti di fede” e tesi controverse. Secondo Fine, questo vuol dire che le neuroscienze non sembrano aver superato tutta una serie di stereotipi di genere. A metterci in guardia da questo problema è anche la biologa Anne Fausto-Sterling (2000b), la quale sottolinea che il cervello rimane non solo un grande sconosciuto, ma anche un mezzo perfetto su cui proiettare, anche involontariamente, ipotesi e pregiudizi sessuali. La complessità del cervello e le sue straordinarie proprietà plastiche si prestano bene infatti a interpretazioni affrettate e a conclusioni precipitose.

La seconda forma di neurosessismo riguarda invece più da vicino la divulgazione scientifica. Questa versione “popolare” di neurosessismo trova facilmente la sua strada in pubblicazioni che si rivolgono a un pubblico più vasto (fatto, per esempio, di genitori, insegnanti, lettrici e lettori interessati). Secondo Fine, molti divulgatori o giornalisti esagerano, male interpretano (e qualche volta costruiscono) fatti sulla differenza di genere nel cervello e sul perché le donne e gli uomini pensano, sentono e si comportano diversamente. Il messaggio che passa in queste pubblicazioni è il seguente: comportamenti e atteggiamenti sono programmati nel nostro cervello e iscritti nella biologia dei nostri corpi. Sarebbero così i neuroni a spiegare le incomprensioni, i contrasti e le divergenze tra i due generi. Se le donne sono pettegole, pessime guidatrici e incapaci di leggere una mappa stradale (come vuole

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