La fabbrica delle tuse by Giacinta Cavagna di Gualdana

La fabbrica delle tuse by Giacinta Cavagna di Gualdana

autore:Giacinta Cavagna di Gualdana [Cavagna di Gualdana, Giacinta]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2023-09-01T12:00:00+00:00


Brunate, estate 1936

Vittorio è aggrappato alla gamba della tata: tanto gli piaceva quella funicolare guardandola da fuori mentre scendeva ripida e veloce dalla montagna, quanto ora, da dentro, si sente titubante e insicuro. Le porte si chiudono producendo un sibilo metallico e la funicolare si mette in moto: le mani stringono ancora più forte la gamba di Emilia: «Non devi avere paura Vittorio, perché questa moderna macchina funziona benissimo» lo conforta lei con voce dolce prendendolo in braccio. «Pensa di essere su un’astronave in viaggio verso un pianeta lontano. Guarda la terra come si allontana» dice indicando la città di Como che diventa via via sempre più piccola.

Mentre Vittorio si distrae cercando di riconoscere case e campanili, le sue sorelle chiacchierano animatamente. I loro visi sono schiacciati sul vetro del finestrino, rivolti verso l’alto, alle grandiose ville che si arrampicano sul monte. «Guarda quella con la torretta» dice Rosetta. «Io vorrei vivere in quella là, un po’ più lontana, la vedi?» risponde Luisa puntando il dito verso una casa di cui si riconosce una romantica terrazza a picco sul lago. Sono entrambe esaltate dalla vacanza e non parlano d’altro da settimane, mostrando un tale entusiasmo da indispettire i nonni che per quest’anno avrebbero trascorso l’estate a Cunardo da soli: «Ragazze, cosa avrà mai Brunate di così speciale?» aveva chiesto loro Diamante con un pizzico di risentimento. «Me lo spiegherete quando sarete là, scrivendomi una bella lettera!»

Il nonno Vittorio, con la sua solita saggezza, era intervenuto cercando di sdrammatizzare e calmare la moglie: «Tesoro, quest’anno ci godremo pace, silenzio e tranquillità. E vedrai che alla fine, l’anno prossimo, torneranno a Cunardo, perché casa è casa, dopotutto» ripeteva accarezzandole la guancia, sapendo che la moglie avrebbe davvero sofferto di nostalgia e che i chiassosi nipoti le sarebbero mancati infinitamente. Non avrebbero avuto neanche la compagnia di Annetta, che aveva deciso di unirsi al gruppo: «Zia, magari trovi marito» era intervenuto Piero scherzando.

Annetta è in silenzio e ripensa alla battuta del nipote, mentre si sistema il colletto della camicetta sotto alla casacca: «Sarebbe il colmo, a quarant’anni appena compiuti». Cerca di allontanare dalla testa quel pensiero, ma, sotto sotto, forse, un po’ ci spera davvero.

Olga è la più emozionata di tutti. Non è stato facile convincere Luigi a cambiare la routine estiva: tra tutti gli argomenti che lei gli aveva proposto – novità, mondanità, comodità – solo uno era stato decisivo: le passeggiate. Olga aveva studiato le mappe del Touring così bene da potergli promettere che avrebbero fatto, tutti i giorni, un sentiero diverso: un giorno verso il monte Boletto, un altro verso il Faro Voltiano, una mattina sulla sommità del colle e una sera giù, attraverso le ripide viuzze acciottolate, fino al lago per godersi un aperitivo a Como.

«Va bene, hai vinto» aveva ceduto Luigi. «Hai trovato il mio punto debole: mi conosci troppo bene» aveva detto prendendole le mani e portandosele alla bocca per un bacio. Il solo pensiero di lunghe camminate sconosciute lo metteva di buon umore facendogli dimenticare, anche



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