La farfalla by Andrea Grill Luigi Serafini

La farfalla by Andrea Grill Luigi Serafini

autore:Andrea Grill, Luigi Serafini [Grill, Andrea]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Marsilio
pubblicato: 2019-01-08T23:00:00+00:00


Una apollo, (Parnassius apollo), una maculinea del timo (Maculinea arion) e una argo azzurro (Polyommatus icarus).

La domanda che tutta questa faccenda suscita in un ricercatore è la seguente: come mai le larve di farfalla sono così simpatiche alle formiche, al punto da spingerle a lavorare per loro in questo modo? Di norma difendono il loro formicaio dagli intrusi con una certa ferocia e sono solite mangiare i bruchi in cui si imbattono. Da dove viene tutta questa benevolenza quindi?

Una delle spiegazioni è che i bruchi si camuffino da qualcosa a cui le formiche non riescono a resistere. Ma che travestimento potrebbero mai aver scelto per farsi viziare in questo modo?

Studi precedenti sostenevano che le larve di farfalla si comportassero come formiche appena nate, fino a mutuarne persino l’odore, e che in aggiunta emanassero l’irresistibile secrezione a cui ho accennato, che le formiche leccavano dal loro corpo. Le specie di farfalle allevate da David facevano lo stesso, con la differenza che in determinate circostanze sono in grado di vivere anche senza l’aiuto delle formiche, mentre le Maculinea sopravvivono soltanto grazie alla generosa protezione di questi insetti. Se per caso il cibo scarseggia, ricevono addirittura un trattamento di favore e continuano a essere nutrite persino quando le larve di formica patiscono la fame. Anzi, proprio queste ultime vengono date in pasto ai bruchi, che all’occorrenza sospendono il loro regime alimentare vegetariano.

«Soltanto la formica regina gode degli stessi privilegi» dice Francesca.

Ed è proprio la formica regina che i bruchi imitano. Il loro non è solo un «travestimento» chimico, ottenuto tramite l’odore, ma anche e soprattutto acustico, perché in pratica «cantano» con lo stesso timbro e ritmo delle regine. Hanno due strategie possibili per introdursi nei formicai: la prima è quella del «cuculo», che si fa nutrire dalle formiche operaie; la seconda quella del «bandito», che si introduce di sua iniziativa nella nidiata ospite. A seconda della strategia, i suoni emessi dal bruco per suscitare l’attenzione delle formiche possono variare. I cuculi attirano l’attenzione su di sé dopo essersi integrati nel formicaio, ossia dopo «l’adozione» (così si definisce in gergo scientifico il momento in cui il bruco viene trasportato nel formicaio). I «banditi» invece di solito accentuano i toni prima di essere adottati, ed è in questa fase che suscitano il maggiore interesse delle formiche.

Il giorno seguente, sempre a Torino, torno in laboratorio, dove mi viene mostrato il microfono con cui il gruppo di ricerca ha registrato i suoni emessi dalla formica regina e dal bruco parassita. È uno strumento di forma piuttosto comune, simile al microfono che tanti giornalisti portano con sé, ma è in grado di catturare suoni inavvertibili dall’orecchio umano, che sono poi analizzati e confrontati tramite diagrammi di frequenza.

Luca e Francesca fanno ascoltare alle formiche la registrazione del canto dei bruchi e ne osservano le reazioni. Non appena le operaie percepiscono il suono, cominciano a raccogliere cibo e a pulire, come se dovessero accogliere una regina.

Come accade in molte società, anche per i bruchi l’obiettivo è essenzialmente quello di portarsi in cima alla scala gerarchica.



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