La formula by Albert-László Barabási

La formula by Albert-László Barabási

autore:Albert-László Barabási [Barabási, Albert-László]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Political Science, Public Policy, Social Services & Welfare
editore: Giulio Einaudi Editore
pubblicato: 2019-11-21T21:00:00+00:00


Nel MusicLab, in altre parole, il successo diventava una profezia che si autoavvera, un’espressione coniata da Robert Merton nel 1948 per descrivere il divario tra i risultati scolastici di gruppi diversi7. Merton sosteneva che gli studenti afroamericani, latinoamericani e di altri gruppi minoritari erano svantaggiati sin dall’inizio da una «falsa definizione della situazione, la quale provoca un nuovo comportamento che fa diventare vera la concezione originariamente falsa». Vent’anni dopo, un esperimento spettacolare dimostrò quanto le profezie che si autoavverano siano potenti.

L’esperimento ebbe luogo alla Oak School, una scuola elementare in un quartiere di San Francisco abitato dalla piccola borghesia8. All’inizio dell’anno scolastico, tutti gli alunni furono sottoposti a un test dal nome altisonante, Harvard Test of Inflected Acquisition, e a ogni insegnante vennero comunicati i nomi degli alunni delle proprie classi che in base ai risultati ottenuti si erano classificati nel 20 per cento dei migliori. Si prevedeva che questi scolari avrebbero compiuto particolari progressi nei mesi seguenti. Alla fine dell’anno scolastico, i bambini furono di nuovo sottoposti al test. In effetti, il 20 per cento per cui il test aveva previsto il massimo sviluppo intellettuale ottennero risultati eccezionali, migliorando il proprio QI molto di piú rispetto agli altri bambini. L’Harvard Test ebbe un successo sorprendente, riuscendo a individuare con precisione gli scolari che avrebbero avuto un rendimento eccellente.

Peccato però che l’«Harvard Test» non esista. Sí, i bambini furono sottoposti a un test all’inizio dell’anno, ma era un test standard del QI e, cosa ancora piú importante, i ricercatori non ne avevano mai utilizzato i risultati: gli alunni dell’elenco fornito agli insegnanti erano stati scelti a caso. L’Harvard Test era fasullo. Vero invece era che il 20 per cento degli alunni delle prime due classi che erano stati classificati come «dotati» avevano avuto risultati davvero eccellenti nel test del QI a cui erano stati sottoposti alla fine dell’anno scolastico.

Sostenendo che in un test di valutazione un alunno aveva dimostrato maggiori capacità rispetto ai compagni di classe, i ricercatori avevano modificato la percezione da parte degli insegnanti delle abilità di quell’alunno. I bambini erano del tutto ignari e avevano affrontato la scuola come sempre. Alzavano la mano ansiosi di rispondere oppure fissavano il vuoto seduti al fondo della classe. Consegnavano i compiti o adducevano scuse. Amavano la scuola oppure la odiavano. Tuttavia la percezione delle loro abilità nascoste, basata sui risultati di un test fasullo, aveva creato una profezia destinata ad autoavverarsi, suscitando quindi maggiori aspettative da parte degli insegnanti. Questi si aspettavano l’eccellenza dai bambini selezionati, quindi la incoraggiavano. I bambini reagivano producendo eccellenza.



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