La guerra del silenzio by Andrea Riccardi

La guerra del silenzio by Andrea Riccardi

autore:Andrea Riccardi [Riccardi, Andrea]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Cultura storica
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2022-10-15T00:00:00+00:00


Che fare in mezzo a tanto dolore?

Ho voluto soffermarmi sulla figura di mons. Dell’Acqua che curava la questione ebraica in Segreteria di Stato, quando tale questione s’imponeva in modo drammatico. Ma occorre ritornare al problema sollevato dal rapporto dell’Agenzia ebraica per la Palestina, trasmesso con una certa pressione da Taylor. Che ne pensa il Vaticano? Può fare qualcosa? L’ambasciata polacca in Vaticano insiste: bisogna agire!479. C’è un clima di urgenza, tanto che Tittmann, che coadiuva Taylor ed è in permanenza in Vaticano, va in Segreteria di Stato “per pregare che gli sia data una risposta, anche a una qualsiasi ora, al Memoriale lasciato da S. Ecc. M. Taylor sulle uccisioni degli ebrei”. Tittmann spiega che il memoriale era giunto via telegrafo dal governo, quando Taylor aveva appena concluso la terza udienza con il papa e non aveva avuto modo di parlargliene personalmente. Sul foglio che fa stato della richiesta, si legge il fastidio della Segreteria: “Il Signor Tittmann non abbia fretta... ci stiamo informando”480. Intanto – come si è visto – la questione era studiata da Dell’Acqua e discussa tra Montini e Maglione. Il 6 ottobre 1942 il Sostituto annota dopo un’udienza con il Segretario di Stato:

Preparare un breve appunto sul quale si dica in sostanza che la S. Sede ha avuto notizia di trattamenti severi contro gli ebrei. Essa non ha potuto però controllare l’esattezza di tutte le notizie ricevute. La stessa S. Sede non ha mancato d’altra parte di intervenire a favore degli ebrei ogni qual volta ne ha avuto la possibilità481.

La Santa Sede, come nel caso della Polonia, non ha intenzione di intervenire su fatti specifici, ma sa quel che succede agli ebrei. Molte notizie non sono state controllate direttamente (verrebbe da chiedersi com’è possibile controllarle o se la testimonianza di Scavizzi non sia credibile in sé). Gli uomini del Vaticano sono intervenuti più volte in favore degli ebrei. Ma la chiave del ragionamento sta nella parola “possibilità”, che conclude il breve appunto di Montini. Gli ambienti vaticani sentono di non avere la possibilità di affrontare la questione degli ebrei direttamente in pubblico, facendo nomi e indicando situazioni.

Non intendono entrare nel dibattito tra belligeranti, anche se la questione ebraica è macroscopica. Sono poi in una condizione di debolezza nei confronti del Terzo Reich, che tratta la Santa Sede in modo sprezzante, come si vedrà a proposito del memorandum sui cattolici in Polonia. Temono che in caso di scontro diretto con i nazisti, che controllano tanta parte d’Europa, sia annullata la possibilità di agire della Chiesa in soccorso ai perseguitati. Né la Santa Sede può e vuole adottare un atteggiamento diverso da quello avuto sulla questione polacca. Siamo qui nel cuore della problematica dell’imparzialità. Tale posizione viene ribadita ai diplomatici ogni qual volta fanno pressioni sul Vaticano perché condanni le atrocità naziste. È, ad esempio, il caso dell’ambasciatore brasiliano Ildebrando Accioly, che prova a coinvolgere altri paesi, specie latino-americani482.

Le informazioni sul trattamento degli ebrei erano numerose, di varia fonte e da diversi paesi, tanto da rendere evidente il piano nazista.



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