La guerra in Europa by Alessandro Barbero

La guerra in Europa by Alessandro Barbero

autore:Alessandro Barbero [Barbero, Alessandro]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


3.

La prima rivoluzione militare

3.1. Introduzione

Nel corso della guerra dei Trent’anni e della guerra civile inglese, l’organizzazione militare dei regni europei entrò in una nuova fase di trasformazione e di crescita a opera di grandi comandanti militari che erano anche capi di stato, come il re svedese Gustavo Adolfo o l’inglese Cromwell. Le novità allora introdotte si generalizzarono nel corso delle lunghe guerre che opposero la Francia all’Olanda, all’Inghilterra e all’Impero sotto il regno di Luigi XIV, il Re Sole (1643-1715). Il definitivo affermarsi delle monarchie assolute, e di quello che gli storici sono soliti chiamare l’Antico regime, comportò lo stabilizzarsi di un’organizzazione militare e di un modo di fare la guerra che rimasero poi in gran parte immutati fino alle riforme e alle rivoluzioni del tardo Settecento.

La guerra, in quest’epoca, assume caratteristiche molto diverse dalle feroci guerre di religione dell’età precedente. In parte questo avviene perché la cultura illuministica influenza in profondità l’operato dei governi e degli stessi generali: sempre più la guerra fra paesi europei è combattuta di comune accordo secondo regole formali che aspirano a essere scientifiche e civilizzate (il che non le impedisce di essere molto sanguinosa). Ma in parte la natura della guerra muta anche perché in Europa si è ora imposto un sostanziale equilibrio politico, articolato intorno ad alcune grandi potenze, più molte altre minori. I rispettivi interessi portano i vari governi a desiderare che l’equilibrio sia preservato, oppure a tentare di romperlo a proprio vantaggio, motivo per cui ogni stato tesse una costante trama diplomatica, costruendo alleanze con altri stati grandi e piccoli. La possibilità di una drammatica alterazione degli equilibri di potere si concretizza soprattutto quando in uno dei regni europei incombe un cambiamento di dinastia, che potrebbe comportare un mutamento delle alleanze; ed è per questo che i principali conflitti europei sotto l’Antico regime sono guerre cosiddette di successione, a partire dall’ultima, grande guerra di Luigi XIV, quella di Successione spagnola (1702-13).

È facile comprendere che questi conflitti dinastici, freddamente pianificati dai governi nel segreto delle loro riunioni, non sollevano più le stesse passioni che provocavano, in passato, quelli di religione. La guerra settecentesca è spesso vista come una procedura ingombrante e antiquata, con cadenze quasi da commedia: la guerre en dentelle, la guerra colle trine, come è stata chiamata in Francia. In realtà, nell’età dell’Illuminismo, essa è concepita innanzitutto come uno strumento a disposizione dello stato, un mezzo perfettamente lecito per risolvere le controversie internazionali fra paesi civilizzati: dunque, non stupisce che in un’epoca imbevuta di riflessione filosofica ci si sia sforzati di elaborare delle regole condivise che permettessero di ridurne la ferocia. Idealmente, la guerra diventa una branca della politica, una risorsa da impiegare con oculatezza e cercando di risparmiare il più possibile alla società e all’economia qualunque conseguenza negativa; è una faccenda da professionisti, cui i civili si possono appassionare nei caffè, ma che incide poco sulla vita collettiva, al punto che anche quando due potenze sono in guerra, i rispettivi sudditi possono spesso continuare a commerciare fra loro e a viaggiare tranquillamente nel paese nemico.



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