La modella di Klimt by Gabriele Dadati

La modella di Klimt by Gabriele Dadati

autore:Gabriele Dadati [Dadati, Gabriele]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Baldini+Castoldi
pubblicato: 2020-10-29T23:00:00+00:00


Il giorno seguente, quando erano passate da poco le undici del mattino, Gustav fece arrabbiare per la prima volta Kohlheim. Il ragazzo stava infatti attraversando l’ufficetto della contabilità con le braccia cariche di rotoli di stoffa destinati al magazzino, quando inciampò sui suoi stessi piedi e fece cadere tutto quanto a terra. Kohlheim, che come sempre era curvo su uno dei suoi registri, sobbalzò e versò dell’inchiostro sulla pagina.

«Attento!» ruggì drizzandosi. «Guarda cosa mi hai fatto fare!»

«Scusatemi», disse da terra Gustav, senza neanche sapere a cosa Kohlheim si riferisse. «Metterò subito tutto a posto.»

«Non dire idiozie. Hai già provocato danni a sufficienza e sarà bene che tu stia lontano di qui mentre cerco di rimediare.» Le sue parole erano cariche di rabbia: per il ragioniere non c’era infatti niente che avesse più valore del proprio lavoro e di come sapeva attendervi con perfezione. Quel dilagare dell’inchiostro, quella macchia… proprio sul registro della liquidità corrente, che conteneva i conti di cassa. L’uomo si mise ad asciugare con gesti secchi delle mani, mentre Gustav si rizzava, recuperava da terra i rotoli e usciva in silenzio dalla stanza.

Per il resto della giornata, Kohlheim non disse quasi parola. Estrasse dal mobile dei registri contabili un faldone e diede da verificare al ragazzo centinaia e centinaia di calcoli in colonna che ormai non avevano più alcun valore, visto che si riferivano ad anni prima, e andò avanti con il suo lavoro in silenzio. I due erano seduti a un paio di metri di distanza, ma era come se fossero l’uno a Vienna e l’altro a Berlino, la città di cui padre Adalbert aveva parlato gravemente a Gustav e ai suoi compagni una volta mesi addietro, quando all’inizio del nuovo anno scolastico avevano commentato insieme l’assassinio del cancelliere Dollfuss. Era l’unica città oltre a Vienna di cui Gustav conoscesse anche solo un poco l’oggi: per il resto ogni suo sapere, provenendo dai libri, conservava il respiro ampio della storia, ma era privo dell’agilità del presente.

Quando era stata ora, Kohlheim aveva fatto cenno a Gustav di andarsene. La sera – la seconda che trascorreva nella stanzetta che gli aveva messo a disposizione Emilie Flöge al piano della servitù – il ragazzo l’aveva trascorsa con in mano un libro. La padrona di casa gli aveva detto che poteva prendere quello che voleva dalla sua biblioteca, a patto che ne avesse riguardo, e lui aveva chiesto notizie di quella Commedia della seduzione di cui aveva sentito parlare dalla signora von Schirach. La Flöge gli aveva indicato un certo ripiano, dicendo: «Quello che c’è di Schnitzler in questa casa lo trovi là». Lui aveva cercato. Poi, sempre sotto lo sguardo della donna, aveva raggiunto la cucina per mangiare con la servitù. In camera aveva attaccato a leggere, e la seconda sera era arrivato in fondo. La vicenda era ambientata tra il maggio e l’agosto del 1914, quindi prima dello scoppio della guerra. Di tutti i personaggi che si alternavano in scena con maggiore o minore dignità, ce n’era uno che



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