la palingenesi by Mario Rapisardi

la palingenesi by Mario Rapisardi

autore:Mario Rapisardi
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2023-07-17T00:00:00+00:00


CANTO SESTO

LUTERO.

Il popolo che camminava nelle tenebre ha veduto una gran luce; la luce è risplenduta a coloro che abitavano nella terra dell’ombra della morte.

Isaia, cap. IX, v. I

Fede degli avi miei, dolce e sincera

Di mia giovane vita ispiratrice,

Te ridice il mio cor nella preghiera,

Te nel canto gentil l’arpa ridice;

Puro raggio d’amor tra la bufera,

Tu guidi in porto l’anima infelice;

Tu nella mente e nella voce mia

Spiri il foco, onde in Giuda arse Isaìa.

Della tua veste luminosa e bella,

Quale a madre bambino io stringo il lembo;

Io m’inalzo con te di stella in stella,

Di splendore in splendor, di nembo in nembo;

M’affisso in Lui, ch’è sole ed è procella,

C’ha l’ieri e l’oggi ed il doman nel grembo;

Che del mar della vita è lido e riva,

Onde l’uom parte, e a cui tende ed arriva.

Ma al santo vol su l’ansìosa faccia,

Fede, in pietà., non stendermi il tuo velo:

Benchè creta mortal, m’arde e mi caccia

Un senso, un’aura che mi vien dal cielo;

All’ara del Signor tendo le braccia,

Dalle tenebre mie la luce anelo,

Ma se fragile e vil, cieco io non sono:

Dio mi die’ mente e cor; credo e ragiono.

Credo alle sacre, rivelate carte,

Ove agli eletti suoi parla Dio stesso;

Credo, ch’io son di Lui favilla e parte;

Ch’ogni cosa creata è suo riflesso;

Credo, che stolto è quei, che si diparte

Dal sacrosanto di sua Chiesa amplesso;

Credo, ch’Egli è immutabile ed eterno,

Ch’è ciel vederlo, e non vederlo è inferno.

Credo, ch’Egli è infinita, unica luce,

Che in mezzo a le terrene ombre scintilla,

Che al primo ver l’umana alma riduce,

Onde il primo peccato dipartilla;

Credo, ch’è tutto in tutto, e al tutto è duce;

Credo, che un giorno Egli si fece argilla,

E nelle vie di sua giustizia immense

Col sangue suo l’umanità redense.

E credo in lor, che dal divino Agnello

Lo spirito del vero ebbero in dono;

Che il predicâro al memore Isdraello,

E al mondo predicâr pace e perdono;

Che al sofferente dissero fratello,

Che qui soffrîro, e in ciel beati or sono,

E di martirio cinti e di splendori,

Son de’ mesti fratelli intercessori.

E credo in Lei, che di virtude è scola,

Che Cristo sulla terra elesse a sposa,

Che conserva di Cristo la parola,

Ch’è de’ credenti ugual madre pietosa,

Che la raminga umanità consola,

E sul Vangelo sol poggia e si posa;

Io credo in Lei, ch’è del Vangelo erede,

Ch’è pace e, libertà, scíenza e fede.

Ma a’ fallaci artificj, a’ neri inganni,

Onde l’avara Babilonia è piena,

Ma a lei, che si fa adultera a’ tiranni,

E al pregiudizio l’anima incatena,

Che al libero pensiero impiomba i vanni,

E intorbida del ver l’onda serena,

A lei, che a sangue e a tirannia si spiega,

La sdegnosa ragion piegarsi nega.

Oh! smettete quel manto e quella verga,

Pastori senza Cristo e senza legge:

Troppo batteste agli uomini le terga;

Gli uomini non son più stupido gregge.

L’amfibia podestà cui Roma alberga,

Più non spaventa altrui, nè voi sorregge;

Non più s’impiglia nella vostra rete

L’anima umana che di Vero ha sete.

O Paraclèto, spirito d’amore,

O incarnato quaggiù verbo di Dio,

Tu, che la fede m’infondesti in core,

Tu l’ali impenna all’intelletto mio;

Ch’io dalla verità scerna l’errore,

E dalla fede il pregiudizio rio;

Il mio povero cor degna d’un guardo,

Tu che spiravi il misero Abelardo!

No, tu non fosti



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