La Psicologia Del Giocatore Di Scacchi by Reuben Fine

La Psicologia Del Giocatore Di Scacchi by Reuben Fine

autore:Reuben Fine
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: ebook gratuito - vietata la vendita
pubblicato: 2007-07-25T23:49:47+00:00


IV.

La psicosi tra i giocatori di scacchi

Vorrei ora esaminare alcuni casi di psicosi in giocatori di scacchi di cui sono venuto a conoscenza o che hanno attirato la mia attenzione, per vedere se essi possono gettare un po’ di luce su quei conflitti nevrotici che di solito vengono repressi. Il caso di Morphy e già stato discusso e abbiamo fatto cenno anche alle innocue fantasticherie di Steinitz. Alcuni anni fa mi capitò di osservare un caso di collasso psicotico precoce in un giocatore il cui padre era egli stesso un esperto.

Aveva ventidue anni ed era un artista di professione; la famiglia, però, non voleva che si dedicasse alla pittura e pretendeva che si mantenesse da solo. Per tutta la settimana durante la quale lo tenni sotto osservazione, dipinse solo facce di gatti.

In un periodo di grande inquietudine, decise di imbarcarsi come marinaio su un mercantile. Un sabato tornò e andò con un amico in un ristorante; improvvisamente toccò la mano dell’amico, e gli disse: «Io sono Dio». Questo suo senso di esaltazione scomparve il giorno seguente, sostituito da un senso di ansia profonda e da alcune idee deliranti che avevano come oggetto gli scacchi. Pochi giorni dopo (si era nel 1947) raccontò questa storia: «C’è una guerra in corso tra gli Stati Uniti e la Russia. Il vero capo della Russia non è Stalin ma Botvinnik che è un ingegnere come mio fratello [aveva infatti un fratello più anziano di otto anni, che era ingegnere]. Andrò in Russia e batterò Botvinnik, conquisterò così il mondo per l’America. Mio padre conosce una variante con il Nero da me poi perfezionata, e Botvinnik non può battermi se giocherò questa variante col Nero; col Bianco poi lo batterò senza alcuna difficoltà».

Il meccanismo del delirio scacchistico è qui chiarissimo. Il senso di onnipotenza infantile che aveva fatto la sua comparsa con l’idea delirante di essere Dio, fu trasposto sulla scacchiera: gli scacchi divennero così lo strumento mediante il quale egli poteva soddisfare il desiderio infantile. Botvinnik era una combinazione ideale di

“padre-fratello”, perché era maestro di scacchi e al tempo stesso ingegnere, per cui sconfiggerlo significava uccidere i rivali “padre-fratello”. Le facce di gatto che continuava a dipingere simboleggiavano con ogni probabilità la madre. Questo tale aveva inoltre libidizzato i pezzi degli scacchi in modo originale. Diceva che il Re e la Regina potevano stare insieme sulla scacchiera solo perché vi erano due Alfieri* al loro fianco che sanzionavano l’unione. Ma anche con questa sanzione ufficiale non andava bene che il Re e la Regina stessero così vicini l’uno all’altro e all’apertura era necessario separarli al più presto possibile. Dopo aver superato la fase acuta della psicosi, il paziente si ritirò in campagna, dove provvide a se stesso in modo soddisfacente per qualche tempo.

* In inglese, come è noto, Bishops, cioè vescovi. ( N.d.T. ) 44

Il maestro messicano Carlos Torre fu colpito da psicosi poco dopo aver raggiunto l’apice della sua grandezza. Era nato a New Orleans da genitori messicani e all’età di undici anni si trasferì a New York.



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