La secchia rapita e altre opere by Alessandro Tassoni

La secchia rapita e altre opere by Alessandro Tassoni

autore:Alessandro Tassoni [Tassoni, Alessandro]
La lingua: ita
Format: epub
editore: UTET
pubblicato: 2012-12-31T23:00:00+00:00


È il canto del conte di Culagna, il più vivo forse di tutto il poema.

1-29. La sfida e il testamento del conte di Culagna.

1. — 2. l’infamie: le vergogne. — 4. Atteone: cacciatore, fu da Diana tra sformato in cervo dalle ramose corna. — 8. l’accusò di veleno, scambiando le parti, e d’adulterio: eran le colpe reali, di cui Alessandro Brusantini aveva accu sato la moglie Vittoria Prosperi.

2. — 7-8. Egli aveva tentato di avvelenar la moglie, e per rivalsa di lei aveva cacato l’anima sua; aveva tentato di tradirla per amore di Renoppia, ed era stato cornificato da lei. Così la commedia degl’inganni ha il suo normale scioglimento.

3. — 2. disegno, di condanna per adulterio e veneficio. — 5. imprigionato Titta, il conte di Culagna può fare il paladino senza paura. — 8. mente: dà lui la mentita, fingendo d’esser provocato e non, quale era, provocatore, per potere fissar lui le condizioni del duello secondo gli conveniva. «I duellisti sfuggono quanto possono il tirarsi addosso le mentite per non divenire attori» (SALV.).

4. — 6-7. appello d’abbattimento: sfida a duello. — 8. al mentir: alla mentita dell’avversario. Mentre fa il gradasso, cerca di riservarsi cavillando le condizioni più favorevoli del duello, sperando sempre che non abbia luogo dacchè Titta è in prigione.

5. — 3. presa: istruita. — 6. suo signore: il papa, perchè egli era romano. — 7. come ghibellino: di parte imperiale e quindi benemerito. Ma era di parte imperiale anche il conte di Culagna; e non gli giova.

6. — 2. battaglia: duello. — 4. nè consiglio aspettò, dagli esperti delle leggi complicate del duello, tanto è impaziente di battersi. — 7. Toscanella: furon tentate varie identificazioni; la più verosimile è quella di Alessandro Rangoni, modenese contemporaneo del poeta, che divenne vescovo di Modena (SANTI, II, 292).

7. — 1. un tal piccin: il Rangoni fu piccolo di statura, secondo appare in un ritratto di lui vescovo. — 5. Uccellava: burlava. — 8. Beffati e contenti.

8. — 3. bellicose genti: scherzoso, per duellanti. — 5-7. ebbe un cor d’Orlando: veramente venne a questa guerra per salvarsi dai birri romani. Una lepida presa in giro. — 8. scardassata la tigna: «Con certe buone [!] coltellate levò l’insolenza a un cocchiero di Roma, che è una dell’eroiche azioni che si possano contare in quella corte…» (SALV.).

9. — 2. i disegni: vantarsi della sfida e non battersi coll’avversario. — 6. perigliosa… audace: la grandezza del pericolo immaginato dà la misura della sua paura. — 7-8. L’ira ci sarebbe, ma il cuore manca: versi felicemente epigrammatici.

10. — 1-2. il conte di Miceno, Voluce; Gherardo, Rangoni; Rolando, della Rosa. — 8. Prima il verso diceva S’elesse il conte Paulo Brusantino, indicazione troppo scoperta.

11. — 7-8. Il distico finale rovescia felicemente l’aspettazione preparata dai versi anteriori. Cfr. ARIOSTO, Orl. Fur., XV, 7: «E molti ancor senza valore e nudi | Ch’el cor non s’armerian con mille scudi».

12. — 7. fremendo, dal dolore che fingeva. — Figurazione d’intensa comi cità sobriamente rappresentata. affannata mente, il travaglio dell’animo;



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