La sfinge di Hyde Park by Irene Adler

La sfinge di Hyde Park by Irene Adler

autore:Irene Adler [Adler, Irene]
La lingua: ita
Format: epub
Google: YrJrDgAAQBAJ
editore: Edizioni Piemme
pubblicato: 2017-01-17T07:43:53+00:00


Capitolo 10

I RICORDI DELLA LINCE

Dopo l’ultimo sorso di cioccolata ci eravamo trovati d’accordo nel concludere che quella lontana e sfortunata spedizione a Karnak doveva essere ciò che, in qualche modo, legava i cupi destini di Hawthorne e della Ottemans.

Avevo preso appuntamento per le nove del mattino seguente con la signorina Langtry per un’altra lezione di canto, poi dovevo andare all’Opera di carità della signora Glover, questa volta sul serio, per consegnare le famose bambole di pezza ricamate. Avevo così, complice la buona disposizione di Orazio nei miei confronti, la scusa perfetta per uscire di casa al mattino presto e, sbrigati quei due impegni, dedicarmi per tutto il giorno alle indagini insieme ai miei amici.

L’appuntamento con loro era di fronte alla stazione di King’s Cross alle undici e trenta.

Riuscii ad arrivare appena in tempo. Ci salutammo e da lì, sotto un grigio cielo invernale, camminammo svelti lungo il marciapiede fino a raggiungere la British Library, un edificio imponente che in quella luce metallica aveva qualcosa di vagamente angosciante.

Sbrigate le formalità burocratiche (e dopo avere mentito spudoratamente sulla nostra età al funzionario che ci aveva accolti), ci inoltrammo nella vasta emeroteca, una sala stretta e lunga, con gli scaffali scuri che salivano fino al soffitto. Vi erano custoditi tutti i quotidiani d’Inghilterra, a partire dagli inizi del diciottesimo secolo.

Nella sua lettera a Sherlock, il dottor Lejideboom aveva indicato la data della famosa spedizione “maledetta”, quindi avevamo un punto di partenza per i nostri archivi. Il 1852.

Fu dunque una ricerca non troppo difficile. Quelli erano gli anni nei quali la “febbre egizia” impazzava nell’opinione pubblica, e il Times aveva dedicato alla spedizione di Hawthorne un ampio spazio.

In particolare, trovammo una serie di articoli firmati da un certo Roger Leggett, che raccontavano (non senza ironia) come i rampolli di alcune importanti famiglie inglesi si fossero messi in testa di partire per l’Egitto foraggiati dai soldi di papà, alla ricerca di fama e gloria.

– Importanti famiglie? – domandai io, sollevando per un attimo la testa da uno dei quotidiani.

– Gli Hawthorne sono imparentati con qualche nobile di seconda categoria – spiegò Holmes. – E gli Underwood possiedono quote di rilievo della Compagnia delle Indie Orientali.

Nei suoi articoli, Leggett parlava di come il gruppo di giovani e ambiziosi archeologi pianificasse di raggiungere Karnak e da lì spostarsi verso il deserto, alla ricerca di una valle che secondo fonti antiche era costellata di templi e monumenti dei quali si era perduta la memoria.

A partire dal marzo del 1852, gli articoli del Times sull’argomento si fecero molto assidui, quasi uno a settimana, senza però rivelare dettagli che catturassero la nostra attenzione. Poi, più o meno un anno più tardi, quando la sfortunata spedizione doveva essere giunta al termine, la faccenda venne liquidata con un trafiletto e consegnata al silenzio.

– Più probabilmente, – ipotizzò Lupin – visto il tipo di famiglie coinvolte, è arrivato dall’alto l’ordine di insabbiare la questione. E dal momento che si trattava di una notizia di secondo piano il giornale ha accolto la richiesta.

– Già… – annuii io.



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