L'ascensione del Monte Bianco by Ludovic Escande

L'ascensione del Monte Bianco by Ludovic Escande

autore:Ludovic Escande [Escande, Ludovic]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Travel, Pictorials
ISBN: 9788858428443
Google: MoFYDwAAQBAJ
editore: Giulio Einaudi Editore
pubblicato: 2018-04-30T12:16:12+00:00


Oggi, riposo. Domani, giovedí, attacchiamo l’ascensione del Monte Bianco. Daniel ricapitola con me le istruzioni di base per la cordata. Fa il punto su quello che ho imparato in questi ultimi giorni. L’essenziale, ora lo so, sta nel modo di eseguire pochi gesti elementari con calma e attenzione. Benché Daniel eviti di usare la parola «disciplina» il successo della nostra spedizione sta nella mia capacità di piegarmi alle esigenze di questo sport. Ma a volte stento a lasciarmi convincere dalle sue parole quando vedo con quale disinvoltura si comportano Sylvain e Jean-Christophe. Glielo faccio notare con una punta di malumore.

– Per loro è diverso, – ribatte in tono secco, – conoscono la montagna. Non fidarti delle apparenze, sono ottimi arrampicatori, non corrono rischi inutili, conoscono i propri limiti e i pericoli. Tu no, quindi sta all’erta.

Riempiamo gli zaini. Daniel controlla ogni capo di vestiario, ogni oggetto che ho preso. Non bisogna dimenticare niente ma non sovraccaricarsi troppo. Mi porto:

Un paio di ghette

Pantaloni antivento

Pantaloni foderati di Goretex

Maglione di pile

Maglietta di microfibra

T-shirt di microfibra

Due paia di calze (spesse e leggere)

Due paia di mutande

Berretto

Imbragatura

Ramponi

Due paia di guanti (spessi e leggeri)

Scarpette da arrampicata

Piccozza

Lampada frontale

Casco

Occhiali da ghiacciaio

Scaldacollo di pile

K-Way

Giacca foderata di pile

Borraccia

Rinvii

Barrette energetiche + mandorle

Protezione totale + stick per le labbra

Pacchetto di sigarette + accendino

Xanax + Stilnox + Doliprane

iPhone + cuffiette + carta di credito + 50 euro

Una volta chiuso lo zaino, Daniel lo soppesa, stringe le cinghie e le fibbie. Mi passa il suo, come in un rituale iniziatico:

– È piú pesante, – dico ingenuamente.

Sorride e mi risponde che contiene attrezzature supplementari, un kit di pronto soccorso, una seconda borraccia, rinvii, friend, un coltello, due corde da cinquanta metri, salame e prosciutto cotto.

Giro in tondo nello chalet di Jean-Christophe, osservo con il binocolo i pendii del Bianco intonacati con calce viva. La cupola di alluminio del rifugio del Goûter scintilla al sole, tutto sembra sovrano lassú. Sento montarmi dentro l’impazienza di affrontare la vetta. Mi infilo pantaloncini, t-shirt, Nike Pegasus, vado a fare una corsetta sulla stradina che scende in paese. Già alle prime falcate la tensione si scioglie nelle pulsazioni del muscolo cardiaco. Accelero il ritmo, la discesa mi favorisce. L’accelerazione del cuore neutralizza l’adrenalina, principale vettore dei pensieri ossessivi. Per via dell’alcol sudo di piú, ma mi piace la sensazione del sudore che mi cola sulla faccia, sul torace, ho l’impressione di eliminare anche qualcos’altro. In un certo senso azzero i contatori.

Corro all’ombra degli abeti, nei dolci effluvi di resina, vedo tutto, non mi sfugge niente, colgo il minimo movimento nella penombra del sottobosco. Poi, sulla strada, in pieno sole, l’asfalto riflette il calore come una piastra di forno, rallento il passo. Il cuore batte forte contro il petto, penso che non è nulla in confronto a ciò che mi attende domani, allora mi aggrappo al mio respiro, al mio sogno, purché regga. Mi fermo davanti a un abbeveratoio di legno vicino al quale ruminano alcune vacche. Immergo le mani e rinfresco la fronte bollente, l’acqua sgocciola, ho in bocca il sapore della melma e del fieno.



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