03 Il criminale by Julia Sykes

03 Il criminale by Julia Sykes

autore:Julia Sykes
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788854901810
editore: Quixote Edizioni


Capitolo Dieci

«Clayton mi dice che stai cercando di convincerlo a incalzare Santiago perché lo contatti. Non hai nulla di nuovo su Reyes e Ortiz e non hai nulla di concreto su Derek Carter.» Il cipiglio di Kennedy trasmise il disappunto sulla mia performance.

Odiavo quel cipiglio.

«Carter viene obbligato,» affermai rapidamente.

«Davvero? E quali prove hai per supportare questa tesi?» La fredda espressione del mio capo era più che scettica.

Potevo sentire anche l’incertezza di Reed alle mie stupide parole. Avevo mandato tutto a puttane per supportare la cosa, e lui lo sapeva. Se non fossi stata cauta, avrei dimostrato a Kennedy solo quanto fossi caduta sotto l’influenza di Derek.

C’è più di questo.

Sì, volevo credere alla sua innocenza, ma avevo più che semplice desiderio per quell’uomo.

«Sente di non avere il controllo del suo stesso club. La cosa lo sta uccidendo.»

«Te lo ha detto lui?»

«No,» ammisi. «Ma ho passato abbastanza tempo attorno a lui da poterlo capire. Odia lavorare con Ortiz e Reyes.»

Kennedy mi fissò al di sopra delle sue mani, unite di fronte al suo viso. «Un uomo può lavorare con gente che non gli piace. Soprattutto se c’è una grossa mazzetta come incentivo.»

«I Kings però sembrano davvero avere un qualche potere su di lui,» si intromise Reed. Dovetti trattenermi dal fissarlo a bocca aperta. Non mi aspettavo che accorresse in difesa di Derek. «Carter ha parlato di un incontro del personale, ieri sera, ed era chiaro che non fosse felice della cosa. Quando si è soffermato troppo a lungo a parlare con Sharon, Ortiz lo ha fatto tornare nel suo ufficio.»

«Quindi Ortiz può avere un rango più alto di lui nella gang,» equivocò Kennedy.

Aprii la bocca per rinfacciargli di essere contrario a prescindere, ma lui sollevò una mano, zittendomi subito.

«Non sto dicendo che sei in errore, Silverman. Dico solo che non ci sono abbastanza prove da assolvere Carter. Penso che sia giunto il momento di fare la nostra mossa. Hai conferme visive di Ortiz che spaccia al bar. Possiamo arrestare lui e Carter per averlo coscientemente permesso in sua presenza. Una volta che li avremo interrogati, magari salterà fuori la verità.»

«Sospettiamo che Carter abbia dei legami con gli Westies,» affermò Reed.

Soffocai il mio sussulto, ma non la mia occhiataccia. Quel bastardo traditore! Aveva detto che non lo avrebbe rivelato a Kennedy. Stava cercando di mettermi in cattiva luce? Stava cercando di far rinchiudere Derek?

Reed ignorò la mia rabbia. «C’è qualcosa di più del semplice spaccio. Pensavamo che la mafia irlandese fosse stata spazzata via. Ma se i membri rimasti si stessero alleando con i Kings? Potremmo essere di fronte a uno scenario del tutto nuovo.»

Il nostro capo lo studiò con il suo sguardo più tagliente. Reed non sussultò nemmeno. Dopo un attimo, Kennedy annuì.

«Vi darò il week-end,» concesse. «Fatemi rapporto domenica.»

Reed annuì e ci girammo per andarcene dall’ufficio di Kennedy.

«E, Miller,» ci richiamò lui. «Cerca di non farti uccidere.»

Quando gli scoccai uno sguardo, trovai le sue labbra curvate in una piega divertita.

«Posso gestire Carter,» lo assicurò Reed.

«Non è Carter quello di cui sono preoccupato.



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