True. La mia storia by Mike Tyson

True. La mia storia by Mike Tyson

autore:Mike Tyson
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
ISBN: 9788858510070
editore: Piemme
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Insieme al mio avvocato Jim Voyles mentre lasciavo il tribunale della contea di Marion, a Indianapolis, dopo essermi rifiutato di chiedere scusa per ottenere una riduzione della pena. (© Eugene Garcia/AFP/Getty Images)

Sapevo che Mike non era finito. Avevo soltanto ventotto anni ed ero conscio che ci sarebbe stata una bella ricompensa ad aspettarmi, una volta libero. Sempre più giornalisti vennero a incontrarmi. Leggevo tanto, e avevo acquisito una consapevolezza politica molto definita.

Larry King realizzò un’intervista dal penitenziario, in due parti. Voleva farsi un’idea di come avevo affrontato la caduta, dalla vetta del mondo alle sbarre di una prigione.

«E l’amore romantico? Ti manca l’amore romantico?»

Non potevo menzionare l’assistente sociale.

«Forse sì, ma cos’è l’amore? È un gioco, una sfida. Molte persone, uomini e donne, sono belle e attirano l’amore senza fare grandi sforzi, ma non combattono mai per ottenerlo. Cosa sono disposti a fare loro per amore? Devi essere pronto a lottare, perché, se hai qualcosa di bello, ci sarà sempre qualcuno che cercherà di portartelo via e, se non sei abbastanza combattivo, ti arrenderai alla prima difficoltà.»

«È ovvio che qui dentro riesci a tenere sotto controllo la situazione. E il cibo? C’è qualcosa che ti manca?»

Non potevo parlare dell’aragosta, del cinese e dei menù che ci facevamo consegnare in cella. «Sono sempre me stesso.»

«Sto cercando di far capire al pubblico cosa si prova a non poter avere ciò che loro hanno ogni giorno» spiegò Larry.

«Ti dirò una cosa, ci sono persone che sono state in galera, anche in condizioni peggiori delle mie. Semplicemente, impari a contare soprattutto su te stesso. Mi sembra che un drammaturgo di nome Tennessee Williams abbia detto: “Dobbiamo imparare a non fidarci l’uno dell’altro, perché è l’unico modo per proteggerci dal tradimento”. Io ci credo, ne sono convinto. Lo so: tutte le persone che fanno parte della mia vita, un giorno o l’altro, finiranno per tradirmi. Nessun dubbio. Molti dicono: “No, non è vero”, ma io so che è così.»

«Se hai questa convinzione, allora devi essere molto triste.»

«No, non triste. Semmai sono consapevole della realtà.»

«Sono certo che c’è una cosa che ti manca: gli applausi.»

«Sai cosa? Grazie ad Allah, applaudo me stesso ogni giorno, milioni di volte. Sono il mio più grande ammiratore e al mondo non c’è nessuno migliore di me. Quindi non ci penso. Loro non sanno chi applaudono davvero, io invece mi conosco bene. Io so perché dovrebbero applaudirmi, loro no, loro aspettano il colpo del ko. È tutto quello che vogliono: la gara e il ko. Io mi applaudo perché so chi sono davvero.»

Insomma, la vita lì dentro procedeva bene, finché qualcuno non fece la spia sulla mia storia con l’assistente sociale. Se avessi passato il test sarei uscito dopo una settimana, ma all’improvviso ricevetti una visita da uno della commissione disciplinare. Qualcuno era andato a spifferare che passavo un sacco di tempo in aula con l’insegnante, così avevano mandato un investigatore per capire cosa stesse succedendo. Sudavo, mi sembrava di essere un pappone con la sua puttana.

«Ti mancano poche settimane al rilascio, ma potrebbe cambiare tutto se scoprissimo che sei colpevole» esordì lui in tono molto calmo.



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