Le cronache di Narnia - 1. Il nipote del mago by C. S. Lewis

Le cronache di Narnia - 1. Il nipote del mago by C. S. Lewis

autore:C. S. Lewis [Lewis, C. S.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Juvenile Fiction, General
ISBN: 9788852026423
Google: 9pF3B2ZKTV4C
editore: Edizioni Mondadori
pubblicato: 2012-05-10T15:01:19+00:00


La fondazione di Narnia

Il leone andava avanti e indietro per la terra deserta, cantando la nuova canzone. Era un canto più dolce e melodioso di quello con cui aveva ri-chiamato le stelle e il sole; era una musica gentile e carezzevole. E mentre il leone camminava e cantava, l’erba tingeva la valle di verde. Crescendo intorno al leone come una polla d’acqua che si allarga a vista d’occhio, risa-liva i pendii delle collinette simile a un’onda; in pochi minuti raggiunse le pendici delle montagne più lontane, rendendo via via più dolce il giovane mondo. Adesso si sentiva perfino il vento che carezzava l’erba.

A poco a poco, spuntarono altre cose. Le pendici più alte si coprirono d’erica e nella valle comparvero macchie irregolari di un verde meno uniforme. Digory non si rese ben conto di cosa si trattasse fino a quando la vegetazione non cominciò a spuntare vicino a lui. Era una cosina appuntita che cresceva di alcuni centimetri al secondo, emettendo dozzine di pro-paggini che si coprivano a mano a mano di verde. Adesso Digory era completamente circondato, e appena si fecero alte almeno quanto lui, il ragazzo esclamò, sorpreso: — Alberi… sono alberi!

Il vero peccato, osservò Polly in seguito, era che non potevi startene tranquillo ad ammirare quello che succedeva intorno a te. Digory non aveva ancora finito di esclamare: «Alberi!» che dovette fare un balzo indietro, perché zio Andrew si era avvicinato con la speranza di cacciargli la mano in tasca. Comunque, anche se ce l’avesse fatta, non gli sarebbe andata così bene. Lo zio era ancora convinto che gli anelli verdi fossero quelli del ritorno e il suo obiettivo era la tasca destra della giacca di Digory. Ma il ragazzo, che non intendeva perdere nemmeno gli anelli verdi, stava bene al-l’erta.

— Fermo! — gridò la strega. — Sta’ indietro. No, ancora più indietro.

Se qualcuno osa avvicinarsi a uno dei bambini, giuro che gli spappolo il cervello. — La strega brandiva l’asta di ferro che aveva staccato dal lampione ed era pronta a usarla. E nessuno dubitava che avrebbe colpito nel segno.

— Così vorresti tornare nel tuo mondo con il ragazzo e lasciarmi qui, vero? — gridò ancora Jadis.

Stavolta zio Andrew le rispose per le rime, mettendo per una volta da parte la paura che lo attanagliava. — Ha detto bene, signora. Senza dubbio, voglio tornare nel mio mondo. E, se mi consente, credo di averne ogni diritto. Sono stato trattato in maniera abominevole e vergognosa! Ho fatto di tutto per colmarla di cortesie, e lei come mi ha ripagato? Ha rubato, e sot-tolineo la parola, rubato in una gioielleria. Mi ha costretto a offrirle un costosissimo pranzo, e se mi consente insisto sul costosissimo. Per saldare il conto ho dovuto impegnare l’orologio con la catena: nessuno, nella mia famiglia, ha mai frequentato abitualmente il monte di pietà, tranne mio cu-gino Edward che però faceva parte delle guardie del re. Dunque, durante quel pranzo per me così indigesto e di cui sto ancora pagando le conse-guenze, il suo



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