Le mani sulla Guardia costiera by Nello Scavo

Le mani sulla Guardia costiera by Nello Scavo

autore:Nello Scavo [Scavo, Nello]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Chiarelettere


L’assalto della politica

Ombre di Stato

Il giorno in cui ho saputo per certo di essere stato intercettato, ho chiamato l’ammiraglio della Guardia costiera Sandro Gallinelli. «Abbiamo la conferma che ci ascoltano» gli ho detto. «A questo punto lei rischia troppo. O troviamo il modo per prendere delle precauzioni, oppure per un po’ sarebbe meglio non sentirsi.»

L’ammiraglio non mi ha dato il tempo di finire la frase. Avrei voluto spiegargli che tra i due quello a rischiare di più sarebbe stato lui. Io in fondo ero già sotto protezione e con la perdita della privacy ormai avevo fatto i conti. «Si ricordi che siamo ancora in uno stato di diritto» ha risposto l’ufficiale con il tono di chi sa come si impartiscono gli ordini. Dopo una pausa a suo modo solenne, ha continuato: «Siamo in uno stato di diritto e non stiamo facendo niente di illegale».

Siamo andati avanti. Da Tripoli alla strage di Cutro. Dal traffico di esseri umani alla trattativa segreta tra Italia ed esponenti della criminalità libica. Fino all’invasione di campo della politica, che arriva a condizionare e compromettere le operazioni di soccorso in mare. E poi Malta e Grecia che si prendono gioco di Roma e dirottano i barconi dei migranti verso la penisola. Le parole dell’ammiraglio Gallinelli confermano i peggiori sospetti. Tra omissioni di Stato e pressioni sui soccorritori di Stato.

Fino al 2019 Gallinelli era al terzo reparto, da cui dipende la centrale operativa Imrcc, il Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo. Ora che è in congedo fornisce una serie di dettagli inediti.

All’inizio di aprile del 2023 accetta di uscire allo scoperto e rilasciarmi una lunga intervista. Parole, le sue, che non esauriscono la loro forza nello spazio di una pagina di giornale e spiegano quali giochi d’ombra siano avvenuti.

Prima di rispondere alle mie domande, Gallinelli mi avverte che ci vorranno pazienza e orecchie bene aperte. Intende raccontare un bel pezzo di storia. Non è tipo da mettere nei guai i colleghi, e si capisce che sta stipulando con il cronista un accordo non scritto. Come se dicesse: io rispondo alle domande, tocca a te fare quelle giuste.

Per prepararmi ho ripassato un’altra intervista che a suo tempo non mancò di suscitare clamore. Uno di quei colloqui che credi non si realizzeranno mai. Poi succede che una domenica mattina arriva un messaggio breve e inaspettato. Era il 28 luglio 2019. E quel giorno capii che il punto d’equilibrio tra politica e militari, quel bilanciamento di poteri che la Costituzione meticolosamente stabilisce, era saltato.

Il mittente era un uomo solitamente piuttosto taciturno con la stampa: l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, capo di stato maggiore della Marina militare dal 2013 al 2016, quando fra l’altro guidò una delle più grandi operazioni di soccorso in mare mai registrate nella storia dell’umanità, Mare Nostrum. Da inossidabile uomo di mare, capace anche di dire dei «signornò» che rivela e rivendica con orgoglio, De Giorgi non ha smesso di navigare. Ha continuato anche con la flotta dell’organizzazione ambientalista per la difesa dell’habitat marino Sea Shepherd, comandando la nave ammiraglia Ocean Warrior.



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