L'impero dei viceré by Aurelio Musi

L'impero dei viceré by Aurelio Musi

autore:Aurelio, Musi [Musi, Aurelio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Studi e Ricerche
ISBN: 9788815314222
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2013-10-14T22:00:00+00:00


3. Cambrai

Fino al 1595 Cambrai è protettorato personale del conte di Hainaut, che svolge soprattutto il compito di garantire l’integrità del patrimonio della Chiesa nel territorio[56]. Nell’ottobre di quello stesso anno il governatore ad interim dei Paesi Bassi accetta che i cittadini di Cambrai acclamino come nuovo signore Filippo II.

È dunque questo l’ultimo pezzo incorporato nel conjunto monarchico dopo il Portogallo e le Fiandre. Dal 1595 al 1677 la città, il Ducato e il Principato di Cambrai appartengono di fatto e di diritto al re di Spagna. Anche se il principato non è parte integrante delle diciassette province dei Paesi Bassi, dal 1595 segue la loro sorte; perciò da quell’anno fino al 1598 è possesso di Filippo II, fino al 1621 degli arciduchi, dal 1621 viene reintegrato nel patrimonio di casa d’Austria sino alla conquista francese del 1677 e la cessione formale in base al trattato di Nimega.

Dal 1595 l’equilibrio politico in questo territorio è realizzato attraverso un compromesso tra borghesie locali e governanti spagnoli, teso al rispetto dello statuto speciale dell’area. Il compromesso è naturalmente difficile e precario. L’impianto dell’amministrazione regia per il controllo effettivo del territorio tra il 1595 e il 1600 è affidato al delegato regio Jean de Martigny. Il conflitto con gli Stati nasce per il fatto che essi rivendicano autonomia nell’amministrazione della giustizia, mentre gli agenti reali ribadiscono che unica fonte del potere è il Re Cattolico.

Cambrai ha una posizione strategica di primaria importanza come piazzaforte alla frontiera francese. Nelle clausole segrete della cessione dei Paesi Bassi a Isabella Clara Eugenia e ad Alberto d’Austria, Filippo II riserva per sé e per i suoi successori i castelli di Gent, Anversa e Cambrai, con il diritto di nominarne i governatori. Con il titolo di castellani, governatori di Cambrai e capitani generali del Cambrésis, essi assumono prerogative molto simili a quelle dei viceré e, dopo gli arcivescovi, costituiscono la massima proiezione esterna della vita locale. Sono in prevalenza spagnoli e dal 1595 al 1616 si succedono Agustín Messía, Alonso de Mendoza, Sancho Martínez de Leyva, Juan de Rivas e Carlos Coloma.

Lo schema del potere a Cambrai non si distacca da quello invalso in altri territori dell’impero: mediazioni, compromessi, un rapporto che alterna collusioni e collisioni con i poteri locali, anche se il governo centrale si mostra spesso incapace di gestirli e di soddisfarli. I termini del compromesso principale sono i seguenti: il nuovo sovrano, attraverso il suo governatore, designa i membri delle magistrature; gli Stati di Cambrai negoziano fisco versus privilegi. Il potere spagnolo si allea con il «patriziato borghese» che è stato liberato nel 1595 dalla sudditanza agli «ambiziosi canonici».

A motivare l’appropriazione della sovranità da parte del re di Spagna sono tre profili. Il primo è il valore che il Fuentes attribuiva al consensus populi come complementare alla legittimazione dell’appropriazione militare della sovranità. Erano poi gli stessi giuristi a fondare le basi della legittimità: «Se Filippo II era il re dei cattolici, e solo lui poteva garantire la conservazione della religione, era proprio questa priorità a



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