L’intestino in testa by Antonio Moschetta

L’intestino in testa by Antonio Moschetta

autore:Antonio Moschetta [Moschetta, Antonio]
Format: epub
ISBN: 9788852093616
editore: Mondadori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


I disturbi funzionali

In sintesi, le IBD (morbo di Crohn, rettocolite ulcerosa, colite microscopica) vengono definite come delle vere e proprie «malattie» e si associano a un danno più o meno esteso, a livello macro o microscopico, della parete dell’intestino. Quest’ultimo elemento rappresenta l’aspetto essenziale che le distingue dai cosiddetti disturbi «funzionali» dell’intestino, nei quali tendenzialmente non esistono alterazioni degli organi dell’apparato digerente, pur in presenza di sintomi riferiti dal paziente. Sono dunque proprio le manifestazioni sintomatologiche l’elemento cardine che definisce i disturbi «funzionali».

Per definizione, un sintomo è una modifica rilevante del corpo e/o di una parte del corpo che il paziente percepisce e che considera come difforme dalla normalità. Esso è dunque un’esperienza soggettiva, la cui intensità e le cui caratteristiche sono sicuramente filtrate dallo stato psicofisico dell’individuo. La contemporanea presenza di un certo numero di sintomi clinicamente identificabili conduce alla definizione di una condizione clinicamente distinguibile, ossia una sindrome, e i disturbi funzionali dell’intestino rientrano in questa tipologia. Essi vengono definiti come uno spettro di disturbi gastrointestinali caratterizzato prevalentemente da sintomi quali dolore addominale, gonfiore/distensione e disturbi della defecazione. Possono essere distinti da altri disturbi gastrointestinali per le caratteristiche di: cronicità (durata più di 6 mesi), attività presente al momento della diagnosi (negli ultimi 3 mesi), frequenza di presentazione (manifestazione di sintomi almeno 1 volta a settimana) e assenza di evidenti alterazioni anatomiche e fisiologiche identificabili tramite indagini di routine e/o invasive.

Da questa definizione emerge l’importanza conferita alla sintomatologia intestinale, la quale può spesso avere un impatto rilevante sulla qualità di vita dei pazienti, in assenza tuttavia di alterazioni macro e microscopiche dell’intestino e di alterazioni significative dei comuni parametri laboratoristici. Per tale ragione, la diagnosi di disturbi funzionali è essenzialmente una diagnosi di esclusione, che viene formulata dopo aver cercato di identificare altre comuni alterazioni intestinali.

La possibilità di definire i disturbi intestinali funzionali è sempre apparsa come un processo più complesso e articolato rispetto a quello riguardante i disturbi organici e ha richiesto continui aggiornamenti nel tempo. A tale scopo, nel 1988 è stata istituita la Fondazione Roma, che ha riunito esperti provenienti da tutto il mondo al fine di identificare criteri diagnostici utili alla diagnosi di tali condizioni patologiche e a diffonderne la conoscenza tra operatori sanitari e non. Nel 1989 tale consesso ha pubblicato le prime linee guida per la diagnosi di IBS, successivamente adeguate nel 1994, 1999-2000, 2006 e infine nel 2016 (criteri definiti di Roma IV).



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