Lowboy by John Wray

Lowboy by John Wray

autore:John Wray [Wray, John]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Videro la vetrina di una pasticceria, si fermarono e guardarono dentro. Emily studiò gli scaffali con i grossi barattoli splendenti spostandosi e socchiudendo gli occhi per evitare il riflesso di Lowboy sul vetro. Disposti così, con le teste l’una dietro l’altra, sembravano un bambino bicipite. Non era una brutta immagine. “Cosa c’è qui dentro?” le chiese, ma l’aveva già visto con i suoi occhi. La parete dietro al bancone era un serraglio di forme color pastello. Piccole sagome verdi e rosa dentro a coppette di carta oleata pieghettata. Il verde della sua immagine residua, il rosa della sua pelle. Dall’espressione sul suo volto, era chiaro che Emily era interessata.

“Questo posto fa solo paste” mormorò. “Certe volte c’è una fila che gira attorno all’isolato.”

Lowboy si appoggiò all’indietro sui talloni. “Paste?”

“Non vale la pena fare la fila” disse. “Troppa glassa.” Ma teneva la fronte appiccicata contro il vetro.

“Ne vuoi una” disse lui.

Emily tirò fuori la lingua. “Se devo dirtela tutta, Heller, non potrei...”

“Aspettami qui.”

Prima che potesse ribattere, la porta blu indaco del negozio si chiuse dietro a Lowboy. Le persone erano in piedi da sole o in gruppi, sospiravano, bisbigliavano e sfioravano il vetro molato con i polpastrelli. Nella parte superiore della vetrina c’era la fila di dolci che avevano visto dalla strada. Non era difficile. Una ragazza dietro al bancone sorrise e gli chiese cosa voleva.

Gli altri stanno pensando, si disse Lowboy. Stanno riflettendo. Non riescono a decidere.

“Cosa posso darti?” ripeté la ragazza. Era più alta di lui di almeno quindici centimetri. Aveva una struttura sotto i piedi, una specie di pedana. Da lì l’altezza, o l’illusione di questa. Lowboy decise di farla breve.

“Paste” disse, indicando i dolci.

La ragazza sospirò e appoggiò i gomiti sul bancone. “Cosa posso darti?” disse per la terza volta, come se lui non avesse parlato. Lowboy si sentiva come lo straniero nella prima scena di un film western. L’incontro al saloon. Quando ripeté la sua richiesta, l’altra piegò pigramente la testa da un lato.

“Qui vendiamo solo paste.”

“Quelle” disse Lowboy. Diede un colpetto sul vetro con le nocche. “Quelle rosa e quelle verdi.”

La ragazza raddrizzò meccanicamente la testa. “Cibo degli angeli e velluto rosso.”

Lui la guardò battendo le palpebre e annuì.

“Quale vuoi?” chiese lei. “Che tipo?” Una seconda ragazza comparve alle sue spalle. Non proprio una ragazza, ma una donna con un viso rugoso da topo.

“Dammi le paste” disse lui sottovoce.

La ragazza gli piantò gli occhi addosso. La bocca rosa, aperta. “I velluto rosso vanno per la maggiore.”

“Dammi quelli. I velluto rosso.”

“Quanti ne vuole, signore?” s’intromise la donna. La ragazza si spostò dal vetro il minimo indispensabile. Lo guardò strabuzzando gli occhi in modo malizioso.

“Quanti?” disse la donna. “I velluto rosso costano due dollari e settantacinque.”

Lowboy rifletté un attimo. Il sole che entrava dalla vetrina le illuminava come un riflettore. “Non so cosa rispondere” disse alla fine.

La ragazza scoppiò a ridere. La donna si girò verso di lei e quella si zittì e guardò furtivamente gli altri clienti. Tutti trattennero il fiato. La donna si passò la lingua sulle labbra e lo guardò torvamente.



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