Mai un eroe by Marie Sexton

Mai un eroe by Marie Sexton

autore:Marie Sexton [Sexton, Marie]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Romance, LGBT, Gay, Contemporary
ISBN: 9788893123815
Google: IHRVDwAAQBAJ
editore: Triskell Edizioni
pubblicato: 2018-04-20T07:42:31+00:00


***

Mi svegliai con l’impressione di essere chiuso in un sacco a pelo stile mummia, ideato per un bambino di dieci anni. Mi servì un attimo per capire perché non riuscissi a muovermi: avevo Bert sdraiato sopra la coperta, a destra delle mie gambe, Bonny era sulla sinistra, mi avevano inchiodato. Sull’altro lato del letto, Betty giaceva distesa sul cuscino. Non vedevo Nick.

«Non dovrebbero dormire sul letto,» disse lui dietro di me. «Ma lo fanno lo stesso.»

Mi voltai e lo trovai seduto sulla sedia nell’angolo. Di solito la usavo per appendere la biancheria, ma lui aveva spinto la pila di vestiti sul pavimento. C’era buio a sufficienza perché non riuscissi a scorgere la sua espressione, ma non abbastanza da impedirmi di vedere che era completamente vestito.

«Sgattaioli via la notte, di nascosto?» Avrebbe dovuto essere una battuta, ma lui non rise.

«Owen, dobbiamo parlare.»

La gravità delle sue parole e il timbro solenne della sua voce mi spaventarono. Sentii la paura, come un peso, sul petto. «No.»

«Sì.»

Mi alzai a sedere, all’improvviso non riuscivo a tollerare la sensazione dei cani che mi inchiodavano al letto. Liberai le gambe dalle coperte e mi alzai in piedi. Essere nudo di fronte a Nick, quando lui era vestito, mi fece sentire vulnerabile. Così tirai fuori dal cassetto un paio di boxer, li indossai e poi mi girai a guardarlo, da un capo all’altro della stanza buia. «Non voglio parlare, perché so quello che stai per dire.»

«Cioè?»

«Che non sarebbe dovuto accadere. Che non può succedere ancora.»

Lui non rispose, ma il suo silenzio fu più incriminante di qualsiasi parola.

«Ho ragione io, non è vero?»

«È stato uno sbaglio.»

«No! Maledizione, non è stato uno sbaglio!»

Sospirò. «Tu non capisci.»

«Hai ragione, non capisco. Un attimo prima mi attiri, poi mi respingi. Dici che mi vuoi ma, appena io rispondo, tu ribatti che non posso averti. Che cosa dovrei pensare?»

«Hai tutto il diritto di essere arrabbiato, Owen. E confuso. E mi dispiace. Mi dispiace di aver lasciato che le cose mi sfuggissero di mano.»

«Beh, a me no!» Era imbarazzante quanto fossi vicino alle lacrime, mi sforzai di trattenerle. «A me non dispiace!»

«Owen…»

«Sono io?»

«Cosa?»

«È per colpa mia? Sono io il problema?»

«No.» Nessuna esitazione. Aveva pronunciato quella parola con una serena enfasi che mi rendeva difficile dubitare di lui, eppure non c’era altra spiegazione.

«Dici di essere attratto da me, ma la verità è che non riesci a sopportare l’idea di stare con uno storpio.»

«Non è questo.»

«Vuoi toccarmi, ma detesti quando sono io a toccare te.»

La sua risata suonò aspra e amara. «È davvero questo che pensi?»

«Che altra spiegazione c’è?»

Lui si piegò in avanti e si prese la testa fra le mani. «Non è che non voglio che tu mi tocchi, Owen. È solo che, se te lo lascio fare, perderò il controllo, più di quanto non abbia fatto stanotte.»

«Bene!»

«Non va bene…»

«Voglio che tu perda il controllo, in questo modo, più spesso.»

«Non hai idea di quello che sta succedendo qui. Non sai quanto sia pericoloso.»

«Pericoloso?»

«Sto cercando di proteggerti.»

«Da cosa?»

«Da me.»

«Cosa diavolo dovrebbe significare?» Domandai, mentre la mia angoscia – all’improvviso – cedeva il posto alla rabbia.



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