Manifesto per l'uguaglianza by Luigi Ferrajoli

Manifesto per l'uguaglianza by Luigi Ferrajoli

autore:Luigi Ferrajoli
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Anticorpi
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2018-01-24T05:00:00+00:00


5. L’artificialismo della sinistra, il naturalismo della destra

C’è poi un’altra differenza tra destra e sinistra, in parte connessa a quella appena illustrata. Essa consiste in quello che possiamo chiamare l’“artificialismo” della sinistra77, in opposizione al “naturalismo” della destra. Per «l’egualitario» di sinistra, ha scritto Norberto Bobbio, «la maggior parte delle disuguaglianze che lo indignano, e vorrebbe far sparire, sono sociali e in quanto tali eliminabili»; al contrario per «l’inegualitario» di destra, le medesime disuguaglianze sono «naturali e in quanto tali ineliminabili»78.

Di qui il ruolo decisivo che la sinistra affida al diritto – e perciò alla politica, quale produzione e trasformazione del diritto – così nell’attuazione dell’uguale valore delle differenze mediante le garanzie dei diritti di libertà, come nella rimozione degli ostacoli che limitano la libertà e l’uguaglianza sostanziale mediante la garanzia dei diritti sociali; laddove le politiche di destra, ove non facciano uso del diritto per reprimere o discriminare le differenze, tendono ad abbandonare le disuguaglianze al libero gioco dei rapporti naturali di forza.

Si tratta di una differenza di fondo. L’artificialismo della sinistra e il naturalismo della destra si manifestano non solo nella diversa interpretazione delle disuguaglianze, artificiali per la sinistra e naturali per la destra, ma anche, e soprattutto, nella diversa concezione della giustizia e del ruolo stesso della politica.

Per la destra la giustizia si basa e la politica si legittima, prevalentemente, sul riconoscimento, la valorizzazione e la garanzia di ciò che è naturale o supposto tale o, quanto meno, di ciò che è tramandato e consolidato dalla tradizione. Giustizia e politica si fondano, precisamente, sulla naturalizzazione sia delle discriminazioni che delle disuguaglianze: sulla nascita, sulla nazione, sulla lingua, sulla religione, sul cosiddetto “merito” come le doti e le capacità individuali, sulle differenze di genere, oppure sulle gerarchie sociali basate sul denaro e sul potere; in breve, su di un’antropologia della disuguaglianza e/o sulle leggi naturali e oggettive del mercato.

Per la sinistra, al contrario, la giustizia, come l’uguaglianza, è prevalentemente un prodotto artificiale, generato dal diritto e dalla politica: dalla legislazione e, più ancora, dalla Costituzione e dalla sua attuazione. Secondo questa concezione artificialistica, tutti i diritti fondamentali, dal diritto alla vita ai diritti di libertà e ai diritti sociali, sono leggi del più debole prodotte, come si è detto nel § 2.4 del capitolo 1, contro la legge del più forte che vigerebbe naturalmente in loro assenza. Sono leggi del più debole le garanzie dei diritti alla vita, all’integrità e alla proprietà offerte dal diritto penale e le garanzie processuali dell’immunità dall’arbitrio di chi è accusato in un processo. Sono leggi del più debole i diritti di libertà contro la forza repressiva dei pubblici poteri e, per altro verso, i diritti sociali e dei lavoratori contro le leggi dell’economia e il dispotismo dei poteri privati. Sono leggi del più debole i diritti delle donne contro le loro discriminazioni nel lavoro e nella sfera pubblica e contro le tante forme di soggezione al potere maschile. Anche l’uguaglianza, non meno della disuguaglianza, è insomma, per la sinistra, un fenomeno artificiale: contro la realtà, sia essa naturale o sociale o economica, come ho detto più volte.



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