Meglio non sapere by Titti Marrone;

Meglio non sapere by Titti Marrone;

autore:Titti Marrone; [Marrone, T.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: eBook Laterza
ISBN: 9788858118252
editore: edigita
pubblicato: 2006-11-14T23:00:00+00:00


Capitolo VII

Sergio invece non tornò mai più a casa. Fu assassinato nei sotterranei di una scuola di nome Bullenhuser Damm, posta su un’isola nel cuore di Amburgo, in Rothenburgsort. Con lui vennero uccisi altri 19 bambini ebrei, 9 maschi e 10 femmine, di vari paesi europei. Morirono perché erano diventati prove compromettenti, da far scomparire. Prima di allora, da quando erano stati strappati alle famiglie, erano stati semplicemente lebensurwertes Leben, vite senza valore. Un men che mediocre medico in cerca di titoli accademici, Kurt Heissmeyer, li aveva «ottenuti» come cavie, prelevati da Auschwitz su autorizzazione di Himmler e si era accanito nel lager di Neuengamme su di loro per i suoi esperimenti sulla tubercolosi privi di ogni fondamento scientifico. Ma il 20 aprile le truppe alleate erano vicine, vicinissime a Neuengamme e ad Amburgo. Allora fu deciso di far scomparire i bambini per sempre, kaputt e via, perché non restassero tracce dei loro corpi, delle incisioni sulla loro pelle, delle iniezioni di batteri della TBC nelle loro ghiandole ascellari, di tutto quel che Heissmeyer aveva fatto indisturbato, e in più assistito da un bel po’ di aiutanti messi a sua disposizione.

Il luogo dove tutto questo avvenne ha ospitato per più di sessant’anni una scuola elementare; è tuttora un istituto scolastico in funzione, ma sembra non poter più trattenere tra le sue mura i suoni di richiami infantili, né sa evocare voci di giochi e allegria. È un enorme edificio compatto a cinque piani, diviso in nove larghi corpi abitativi di un rosso cupo; ha alte finestre sigillate che parrebbero costruite per non lasciar penetrare la luce. Incombe severo su chi si avvicina, congela i pensieri, impone il silenzio.

Il segreto di Bullenhuser Damm è nascosto in un grido che nessuno sentì, è nell’orrore senza pari custodito nelle viscere del suo scantinato. Qui, nella notte tra il 20 e il 21 aprile del 1945, furono impiccate 48 persone, e tra loro i venti bambini. I piccoli furono prima inebetiti da un’iniezione di morfina, poi appesi uno dopo l’altro a un gancio del muro nel seminterrato. «Come quadri alla parete», avrebbe detto poi al processo del 1946 uno degli esecutori del crimine. Il lavoro fu sbrigato in poco tempo da tre uomini, con fatica minima, poiché i bambini erano scriccioli esanimi, straziati dagli esperimenti insensati di un boia in camice bianco. Per qualcuno ridotto a un fuscello, troppo leggero per pesare nel vuoto, gli aguzzini dovettero impiegare appena qualche minuto in più, aggrapparglisi addosso tirandolo verso il basso. Ma tutto finì molto presto. I corpi furono trasportati altrove e cremati. Le prove vennero distrutte con efficienza e discrezione. E i tanti assassini che avevano costruito quell’orrore s’impegnarono per farla franca, mentre la città di Amburgo a sua volta si adoperava per dimenticare.

Arrivo a Bullenhuser Damm, e ad aspettarmi c’è Maria Luisa Dührkopp, una signora triestina con cui si crea subito un’intesa speciale. Maria Luisa è entrata in contatto con la famiglia De Simone anni fa per caso, per via del suo lavoro di interprete.



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