Nagisa Oshima by Sergio Arecco

Nagisa Oshima by Sergio Arecco

autore:Sergio Arecco [Arecco, Sergio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Nagisa Ōshima (Kyoto, 1932 - Fujisawa 2013) ha interpretato il modernismo della nouvelle vague giapponese degli anni 60 alla luce di un’estetica sovversiva, riscrivendone i contenuti – eros, trasgressione, anarchismo – nei termini di una messa in scena “scandalosa” delle pulsioni giovanili. La sua innovazione dei codici espressivi è stata talmente radicale da incidere a fondo sul linguaggio del cinema mondiale contemporaneo. Tra i suoi film: Notte e nebbia del Giappone (1961), L’impiccagione (1968), La cerimonia (1971), Ecco l’impero dei sensi (1976), Tabù - Gohatto (1999).
editore: Il Castoro Editrice
pubblicato: 2013-12-08T23:00:00+00:00


A un’attenta analisi – materialistica e non idealistica – tutto il Diario appare costruito sulla sovrapposizione deliberata di brandelli sconnessi, frammenti di una realtà che la coppia-tipo Torio/Umeko immagina di ricomporre in modo che formino una costellazione-guida per il suo sbandato divagare. I due giovani sono una reincarnazione della coppia Kiyoshi/Makoto di Racconto crudele della giovinezza, prototipo del disorientamento giovanile, della perdita d’identità, alla cui “mancanza” il soggetto negato cerca di riparare o con la violenza sessuale o con le fantasticherie erotiche. La frustrazione di Torio e Umeko risiede sia nella parziale impotenza di lui sia nell’inesperienza di lei, nella loro duplice immaturità sessuale, che è la rappresentazione teatralmente abnorme di un’immaturità più vasta, di portata esistenziale, in cui i problemi irrisolti del coito e dell’orgasmo adombrano il gorgo di una tormentata iniziazione alla felicità e alla vita. È un meccanismo di proiezioni fantasmatiche che potrebbero rimandare – per restare nell’ambito di quel surrealismo al quale Ōshima si sta interessando – alla situazione erotica, connotata di sottile morbosità, di La sposa messa a nudo dai suoi scapoli, anche (o Grande Vetro) di Marcel Duchamp, con la netta spaccatura fra i materiali della parte superiore (Il regno della sposa) e quelli della parte inferiore (Apparecchio scapolo), e i possibili collegamenti fra le due parti fondati su una combinazione folle degli elementi. Una vera ingegneria onirico-simbolica: la sposa-puttana impiccata, il voyeurismo masturbatorio dei nove scapoli che «mettono a nudo» la sposa, lo scambio maschile/femminile ecc. Come Duchamp collega l’incollegabile immaginando rapporti sessuali perversi e liberanti fra le diverse pratiche significanti scagliate come schegge sul quadro, così Ōshima cosparge di pulsioni distruttive e autodistruttive il cammino iniziatico di Torio e Umeko.

a) il Teatro-Situazione (Jōkyō-Gekijō) di Jurō Kara, attore/autore underground idolo dei giovani di Tōkyō, che inscena happening per le strade e le piazze di Shinjuku (per esempio il furto delle lancette all’inizio del film, e la conseguente messinscena con gli altri attori della sua compagnia), canta accompagnandosi con la chitarra dei song esoterici dalle magiche premonizioni, e ogni sabato notte nel giardino del tempio shintoista di Hanazono, in una zona molto buia prediletta dalle coppie per fare l’amore, tiene il suo spettacolo, all’interno di un tendone rosso illuminato, a forma di vagina. Sono recite dell’antico kabuki, la forma popolare del teatro giapponese classico, aggressiva e barbarica, con forti connotati di classe, contrapposta alla raffinatezza élitaria del nō. Recite riproposte nella loro veste primitiva, e magari contaminate con elementi di attualità, per provocare ondate di shock nel pubblico abituato alla staticità anemica del teatro giapponese contemporaneo. Dichiara Jurō Kara nel film: «Kabuki significa avere un comportamento violento. Non erano presuntuosi servitori ma rifiuti della società quelli che sono stati spinti a salire sulla riva e diventare attori. È questa la loro grandezza»;

b) la recita delle gesta di Yui Shōsetsu da parte della compagnia di Jurō Kara, estesa a tutta la parte finale del film (trenta minuti circa). Yui Shōsetsu è un personaggio storico del Giappone feudale che progettò (ma non attuò) una rivolta, con



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