OTTO MILIONI DI BICICLETTE by Romano Bracalini

OTTO MILIONI DI BICICLETTE by Romano Bracalini

autore:Romano Bracalini
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-12-18T16:00:00+00:00


Silenzio perfetto, chi tace un confetto

In tempo di guerra anche gli scolaretti vennero mobilitati. Nella scuola Costanzo Ciano di Rivolta d'Adda, raccontavano i giornali, «erano stati preparati una cinquantina di pacchi per i combattenti: dalle cascine più lontane gli scolaretti sono giunti recando il segno del loro amore e della loro fede, i piccoli grandi doni che si sono aggiunti agli indumenti di lana preparati dalle bimbe delle scuole: le radio-bugie calunniatrici del nostro Paese hanno avuto per effetto di intensificare questa raccolta, e i pacchi si sono arricchiti di sigarette, cartoline, matite, carta da lettere, cioccolato, lamette di rasoio, tutta una fioritura di cose che diranno ai soldati d'Italia l'affetto e l'ammirazione dei bimbi».122 Le Giovani italiane avevano istituito in alcuni rifugi antiaerei laboratori per la confezione di indumenti militari durante gli allarmi. Anche le alunne del liceo Parini di Milano confezionavano gli indumenti per i soldati.

I Balilla furono in prima linea nella battaglia autarchica. Un bambino nudo di quattro-cinque anni, simbolo di innocenza, venne raffigurato mentre faceva pipì sulla scritta «Le sanzioni». L'elenco dei paesi sanzionisti formava l'acrostico: «Noi ce ne freghiamo» e «Tireremo diritto». Fu in quella occasione che Mussolini ebbe l'idea di arruolare anche i neonati e li chiamò «Figli della Lupa», affinché gli italiani sapessero che eravamo tutti figli di Roma. L'espressione sarebbe apparsa meno austera e impegnativa se il suo inventore avesse ricordato o saputo che «figlio della lupa» ha - in Tito Livio - il suo corrispettivo nel romanesco «figlio di mignotta», derivato da «figlio di madre ignota», ovvero «figlio di m. ignota», nella forma abbreviata nei registri dell'anagrafe romana.

All'età di sei anni i bambini andavano a scuola, maschi e femmine in aule rigorosamente separate. Le poche classi miste erano composte di elementi ritenuti poco dotati e insofferenti di disciplina che venivano individuati e isolati dal resto della scolaresca. I maschi in grembiule nero, il colletto bianco applicabile e il colore del fiocco che variava a seconda della classe (rosa in prima, celeste in seconda, rosso in terza, verde in quarta, blu in quinta). Le femmine in grembiule bianco o a righine rosa, con fiocco rosa o bianco.

L'insegnante, anch'essa nella divisa prescritta dal ministero, prima di iniziare le lezioni, invitava la classe alla preghiera, dalle pareti incombevano i ritratti del re e del Duce separati dal crocifisso che il fascismo aveva fatto mettere in tutti gli edifici pubblici, dalle scuole ai tribunali.

Il silenzio in aula doveva essere assoluto. La disciplina era una virtù fascista.



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