Pargeter Edith - Fratelly Gwynned 04 - 1977 - La notte del principe by Pargeter Edith

Pargeter Edith - Fratelly Gwynned 04 - 1977 - La notte del principe by Pargeter Edith

autore:Pargeter Edith [Pargeter Edith]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: romanzo storico
ISBN: 9788830427020
editore: Longanesi
pubblicato: 2009-01-14T23:00:00+00:00


CAPITOLO VII

Non strepitò, non trascurò il suo dovere, sovrintese di persona a tutte le tristi necessità pratiche delle esequie. Parlò con uomini e donne, signori e popolani, con la cortesia e la franchezza che lo avevano sempre contraddistinto; fu brusco con i negligenti, paziente con chi aveva sbagliato in buona fede, cortese con i timidi. Il tutto con un volto di pietra. Non andò a dormire finché non fu buio, ma quando ebbe finito quanto c’era da fare e che gli spettava, si chiuse in solitudine nella cappella, dove rimase fino a notte fonda.

Quando ne uscì, se non altro la sua espressione appariva vitale: gli occhi erano gonfi e infossati, ma vivi, e benché lottasse per nascondere il suo profondo dolore, parte del suo spirito fu ancora con noi, perché aveva accettato ciò che non era in suo potere cambiare. Per prima cosa volle avere notizie della bambina; Alice gliela portò e la depose accanto a lui nella sua culla intagliata. Dormiva. Era una neonata grossa, con ossa lunghe e fini, il viso raggrinzito di chi è appena venuto al mondo e una peluria color ruggine simile a quella del padre. Ma quando Llewelyn accostò la punta di un dito a uno dei suoi pugnetti e lei la afferrò saldamente, aprendo gli occhi, si vide che erano grandi e castani, trapunti d’oro e di verde, gli occhi di Eleonora. Lui rimase a contemplarla a lungo, pieno di meraviglia, senza ancora poterla amare — o almeno così credo -, non perché le imputasse la morte di sua madre, ma perché una creatura così piccola ed estranea non gli pareva reale, a lui che era privo del dono innato di David di accostarsi con naturalezza ai bambini, perfino ai neonati. Sentì però una calda tenerezza, un senso di protezione alla vista di quell’essere indifeso, e al pensiero che la bambina, la quale aveva perduto la mamma, era stata colpita non meno di lui; al mondo non le restava che il padre, così come lui non aveva altro che la figlia. Almeno la piccola non gli dava pensiero: mangiava, dormiva ed era in buona salute.

Dopo essersi assicurato che la figlia stesse bene e aver dato disposizioni per il giorno dopo, poté finalmente dormire. Il mattino successivo mi convocò e volle che rimanessi al suo fianco. Ero con lui quando andò a guardare per l’ultima volta Eleonora nella bara, prima che la chiudessero. Con i capelli intrecciati e un abito dorato, era sempre bella, ma ormai irraggiungibile. Le baciò la fronte e le labbra; io baciai le mani fredde, conserte sul petto. Non c’era nessuno in quel momento con noi.

« Tredici anni l’ho aspettata », disse abbassando gli occhi sul suo viso, « e l’ho avuta per meno di quattro; immagino che sia già stata una ricompensa superiore ai miei meriti. Quanto a me, adesso, come uomo, non ho più nulla da perdere: Edoardo, o chiunque altro, che cosa potrebbero mai farmi che io non possa accogliere con una risata di scherno? Agli occhi



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