Populismo sovrano by Stefano Feltri

autore:Stefano Feltri [Feltri, Stefano]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858427958
editore: Einaudi
pubblicato: 2018-02-21T05:00:00+00:00

Contenere il malcontento.

Negli anni Settanta e Ottanta l’equilibrio di Bretton Woods collassa e anche l’atteggiamento delle élite cambia, i flussi di capitale si muovono piú liberamente e anche gli shock diventano piú frequenti (a cominciare dalla brusca alternanza tra ondate di inflazione e politiche monetarie restrittive). È un mondo che assomiglia di nuovo a quello di prima del 1914. Il problema è che la società è diversa, troppo rigida, con i vincoli imposti da partiti, sindacati e un welfare state cosí pesante da richiedere consistenti risorse pubbliche e dunque prelievi di tasse che riducono le risorse disponibili per produttori e consumatori, oppure un debito pubblico che nel medio periodo mette a rischio la tenuta dello Stato e – almeno in Europa – si ripercuote sul contesto finanziario in cui le imprese domestiche devono operare.

Le pressioni a ridurre il perimetro dello Stato – quello degli anni Ottanta è il decennio di Ronald Reagan e Margaret Thatcher – diventano fortissime e si crea un certo consenso sul fatto che la rinuncia a protezioni sociali e doganali sia il prezzo da pagare per mettere di nuovo l’economia in condizione di sfruttare le opportunità della globalizzazione. Opportunità che sembrano crescere di giorno in giorno, con i Paesi un tempo poveri che iniziano a seguire la via dello sviluppo cercando un ruolo nella catena del valore globale, offrendo cioè le loro merci e il loro lavoro a condizioni competitive, invece che limitarsi a mantenere altre barriere a protezione delle proprie industrie nell’illusione che, col tempo, possano raggiungere gli standard occidentali. Alla fine degli anni Ottanta, i Paesi dell’Est entrano nel mercato globale dopo la caduta del muro di Berlino e la dissoluzione dell’Unione Sovietica e sembrano esserci tutte le premesse per un «mondo piatto» di cui le élite di ogni Paese vogliono approfittare.

Negli anni di Bretton Woods e in quelli immediatamente successivi le élite si pongono il problema di come gestire il malcontento e queste fasi di transizione all’interno dei Paesi che amministrano. Hanno un certo seguito idee piuttosto drastiche che il politologo americano Samuel Huntington enuncia alla vigilia delle mobilitazioni degli anni Sessanta ma che poi diventeranno il cuore del primo rapporto della Commissione trilaterale, un network di politici, uomini d’affari e intellettuali che vuole favorire il dialogo tra Europa, Stati Uniti e Giappone. Huntington parte da una citazione di Alexis de Tocqueville:

Tra le leggi che reggono le società umane, una sembra piú chiara e precisa di tutte le altre. Perché gli uomini restino civili o lo divengano, bisogna che l’arte di associarsi si sviluppi e si perfezioni presso di loro nello stesso rapporto con cui si accresce l’eguaglianza delle condizioni.

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