Possa il mio sangue servire VINTAGE by Aldo Cazzullo

Possa il mio sangue servire VINTAGE by Aldo Cazzullo

autore:Aldo Cazzullo [Cazzullo, Aldo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: History, Military, General
ISBN: 9788858686850
Google: VljTDQAAQBAJ
editore: Rizzoli
pubblicato: 2017-01-19T16:21:59+00:00


Quella storia di partigiani contadini non poteva non colpire Fenoglio. I suoi ultimi giorni di guerra lontano dalle Langhe sono convulsi. Si aggrega a «Tek Tek», capo della brigata autonoma Grana, un comandante sanguigno, che ha in banda donne coraggiose come Dea Rota. Beppe organizza un lancio alleato di armi e munizioni, il 18 aprile. Il giorno dopo partecipa alla difesa del castello di Montegnano, assediato da fascisti e tedeschi: si combatte fino alle 6 di sera, quando i partigiani si sganciano, lasciando sul campo trenta nemici uccisi e un solo compagno, «Falco», decapitato da un colpo che ha centrato la feritoia da cui sparava.

Con gli uomini di Tek Tek, Fenoglio entra ad Asti la sera del 24 aprile. Il giorno dopo è a Casale, ancora piena di tedeschi che stanno trattando la resa. È la partigiana Dea a scovare e ad arrestare, in una scuola, il maggiore Meyer.

A suo fratello e agli amici Beppe racconterà di essere arrivato a Milano, di aver visto i corpi del Duce e della Petacci appesi a testa in giù a piazzale Loreto, e non c’è motivo di dubitare del suo racconto. Che però non diventerà mai letteratura. «La guerra è finita e siamo tutti vivi» gli dice la mamma quando lo rivede. «Abbraccio mia madre, non stretta, che non senta col petto la pistola che mi sforma una tasca» annota lui. Fin da quando comincia a scrivere sui registri della macelleria, prima che in famiglia gli comprino una macchina da scrivere, non gli interessa la grande storia, ma la vicenda eroicomica cui ha assistito sulle sue colline, che gli avevano salvato la vita: «Non fu abilità nostra, né che loro fossero tutte schiappe. Fu, con la sua terra, la sua pietra e il suo bosco, la Langa, la nostra grande madre Langa». E scriverà una petizione perché Alba dedichi un corso a Dario Scaglione, Tarzan, caduto a Valdivilla: «Il nostro avvilito Paese ha un disperato bisogno di Tarzan e di quelli come lui. Ma Tarzan e quelli come lui sono quasi tutti morti. Tarzan militò a lungo sulle colline: quando scese in pianura fu sempre per guerreggiare, non per consegnarsi. Non arraffò macchine per pilotarle allegramente a cozzare e a sfasciarsi. Né seguiva cavalli di sangue per inutilmente azzopparli. Ma ha stampato il suo passo in tutte le Langhe. Quando di giorno e di notte bussava alle porte contadine, bussava a porte di fratelli, non entrava in albergo.

L’hanno fucilato a Valdivilla, in una bella giornata di tardo febbraio, nel mezzo di una solitaria strada di collina. Moltissimi sanno come è andata a Valdivilla. Per quelli che poco o nulla ne sanno basti dire che è andata che Tarzan morì.

Una sera a Cisterna, poco prima che anch’egli trovasse morte da soldato, io narrai al maggiore Hope dell’esercito inglese la fine di Tarzan. Come finì, quel vecchio scozzese, che da El Alamein ad Ancona era stato testimone delle gesta di uomini di ogni armata, stirpe, continente, non commentò, ma compresi che s’era messo mentalmente sull’attenti. Vorrei ora esser certo che tutti gli italiani consapevoli facessero almeno altrettanto».



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