Ridere by David Le Breton

Ridere by David Le Breton

autore:David Le Breton [Breton, David Le]
La lingua: eng
Format: epub
editore: Raffaello Cortina Editore
pubblicato: 2019-11-07T23:00:00+00:00


L’umorismo, la dissoluzione del riso

A partire dagli anni Sessanta, in numerosi giornali e riviste quali Charlie Hebdo, Hara Kiri ecc. viene dato libero corso al riso democratico. Disegnatori umoristici quali Plantu, Sempé, Gébé, Topor, Serre, Wolinski, Cabu ecc. sono noti a un vasto pubblico. Sulla scia del leggendario Tribunal des flagrants délires,5 numerosissime trasmissioni si fanno concorrenza sui canali televisivi e radiofonici, dando la parola a comici e autori satirici dopo i programmi “seri”, oppure riunendo un manipolo di umoristi per commentare, deridendo, i politici in carica, le celebrità, i grandi industriali, i sindacalisti… talvolta essi stessi invitati, affinché abbiano diritto di replica e diano prova del proprio senso dell’umorismo, dimostrando di essere dei buontemponi, nonostante le apparenze. La loro eccellenza è legata alla loro adattabilità alle circostanze, alla loro capacità di replica, all’intuizione dimostrata nella battuta pronta. La funzione critica si combina strettamente con quella spassosa. Gli uni e gli altri offrono dichiarazioni disinibite sulla propria vita privata o sulle ultime decisioni prese. Gli umoristi non temono di farsi beffe dei loro invitati, di squalificare la loro autorità tramite motti di spirito o prese in giro pungenti. Smontano le loro posizioni troppo sicure, lanciandosi in gustose imitazioni in cui la voce e le affermazioni si combinano per suscitare il divertimento. Il riso è una prova di verità in cui possono godere, in misura maggiore o minore, di un certo vantaggio, in base al loro senso dell’umorismo, al loro opportunismo, all’inventività nello scansare le insidie. Ogni forma di distanza è annullata. Queste trasmissioni offrono al telespettatore la sensazione di essere stato invitato al tavolo di una compagnia di amici che si lasciano andare con uno dei convenuti, diventato ministro o autore di una hit di successo. Paul Yonnet vede, in tutto questo, una sorta di “suffragio democratico” (Yonnet, 1990, p. 163): un’arena pubblica che espone l’intimità di individui privati per un momento della loro aura. Questi satiristi sono un’incarnazione contemporanea dei folli di corte, e non temono di affermare che il re è nudo, prendendosi gioco dei potenti. Il riso diventa una forma di umanizzazione e il prezzo da pagare per i vantaggi del potere.

Se molti umoristi si astengono dal prendere parte ai giochi politici, altri, sulla falsariga di Coluche, entrano a tutti gli effetti nel territorio della trasgressione: la loro offensiva mira a suscitare una riflessione e una presa di distanza critica, facendosi beffe degli antisemiti, dei razzisti, degli omofobi ecc. Ma nell’estrema destra, al contrario, vengono propugnate, senza alcuno scrupolo, posizioni odiose, che allo stesso modo provocano il riso: Dieudonné6 ne è un esempio. Al giorno d’oggi, i buffoni hanno ritrovato il proprio posto nel mondo: onnipresenti nelle trasmissioni radiofoniche e televisive, sono spesso impegnati in spettacoli comici entrando talvolta, a pieno titolo, nel dibattito pubblico. Così, Coluche si è presentato alle elezioni presidenziali del 1981, raccogliendo all’epoca più del 10% delle intenzioni di voto: sferrò infatti un duro colpo alla congrega dei politici, suscitando un sollevamento di indignazione per via degli slogan riportati nei suoi manifesti: “Faccio



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