Se ne ride chi abita i cieli by Dellavite Giulio

Se ne ride chi abita i cieli by Dellavite Giulio

autore:Dellavite, Giulio [Dellavite, Giulio]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


VIII

L’orto dei semplici

Custodire il seme

Per la prima volta da quando ci sono entrato, esco dall’abbazia. Della nebbia di ieri sera non c’è più traccia. L’aria è frizzante, la giornata bellissima. Mi stringo d’istinto nella giacca, ma non ce ne sarebbe bisogno. Oggi febbraio ha deciso di essere così clemente che la primavera sembra dietro l’angolo.

Avanzo insieme a dom Roberto per un sentiero acciottolato, costeggiato su entrambi i lati da alberi da frutto. Gli orti sono tutt’intorno a noi: verdissimi, nonostante la stagione. Anche l’insalata sembra aver fatto voto d’obbedienza, vista la sua crescita dritta e ordinata.

Guardo tutta quella verdura e quelle piante aromatiche come se fossero gli elementi di una natura morta, invece è tutto vivissimo. Meravigliosamente biologico. Altro che chilometro zero: potrei allungare una mano e toccare un broccolo, questi sono prodotti a centimetro zero!

Se non avessimo in programma di stare via fino a lunedì, sarebbe bello chiedere di portare a casa un cesto di verdura: questa sì che sarebbe una sorpresa con i fiocchi. Sofia impazzirebbe di gioia. Di solito invece sono io che impazzisco, ma di impazienza, quando mi costringe a strazianti tour de force nei mercatini biologici in piazze lontanissime da casa: nel tempo che lei dedica alla scelta di una mela, da una cassetta di frutti che a me paiono identici, tutti rotondi e profumati, io sistemo le e-mail, cancello le spam, mi disiscrivo da newsletter alle quali non mi sono mai iscritto, incasello il resto per argomenti e mi faccio pure un paio di telefonate. A quel punto, forse, ne ha identificata una e mi chiede: «Che ne dici, amore?». «Ottimo!» ovviamente, cos’altro dovrei dire? Peccato che poi mi rinfacci con regolarità di non essere partecipe. Bah, chi se ne frega del weekend: decisamente, se me lo concedono, un cesto di verdura lo porto a casa.

«Altro che bio!» commento per cominciare ad approcciare l’argomento.

«Già, dono di Dio!» mormora una voce sconosciuta.

«Bio...» affermo rivolto allo speziere.

«Dio» insiste la voce.

«Le presento dom Alessandro.» Il mio accompagnatore mi indica un monaco chino a terra, nascosto da enormi cespugli di rosmarino.

Dom Alessandro si alza e ci viene incontro. Ha il volto colorito, forse per l’abitudine di passare la giornata all’aperto. «La lascio in sua compagnia» dice dom Roberto.

«Grazie... per la conversazione» gli rispondo, stupito di me stesso, mentre lui si congeda e torna alle sue occupazioni.

Sorrido al mio nuovo ospite – come si chiamerà questa figura? Il monaco ortolano? Il monaco contadino? – e mi predispongo a scroccargli la verdura. Mio caro fruttivendolo, a noi due! Prima, però, meglio mostrarsi interessati: «Cosa stava dicendo, poco fa?».

«Era un divertissement, niente di più, un gioco di parole tra i termini “bio” e “Dio”. Ho però l’impressione che oggi la confusione sia un po’ più profonda: c’è gente che scambia la salvezza con la salute. L’Homo sapiens sembra essersi evoluto (si fa per dire...) nell’Homo dieteticus: la salvezza sta nella dieta. Si finisce con il vivere da malati per morire sani. La dieta è la nuova religione più seguita: ha i suoi comandamenti, i suoi riti, le sue astinenze.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.