Silent Sister by Megan Davidhizar

Silent Sister by Megan Davidhizar

autore:Megan Davidhizar [Davidhizar, Megan]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2024-08-05T12:00:00+00:00


Specchio, specchio delle mie brame

chi è la persona che sono diventata?

La sua voce non mi è nota.

Non so riconoscerne la risata.

Ero chiusa in una torre

pronta a essere salvata

ma ora che libera ne esco

vedo la vita che mi stavo perdendo.

Non sono la principessa da proteggere.

Sono il drago che distende le sue ali.

Le catene si spezzano e io sono viva.

La mia storia potrebbe trovare un lieto fine.

CAPITOLO 17

Grace: 2 maggio

Compiuto un arresto per l’omicidio alla Forest Lane Academy.

Quelle parole mi perseguitano. Quando uscirò dalla stazione di polizia, saprò chi ha ucciso Maddy.

Ma al momento nessuno ci dice niente.

L’agente Jones ci fa accomodare nell’ufficio del detective Howard, dicendo di aspettare. A differenza della sala interrogatori che ho visto l’ultima volta, questa stanza è più informale, personale. Non avendo finestre, lo spazio risulta particolarmente angusto, con una scrivania ingombra e due sedie usurate davanti. Sulla scrivania è sistemata una foto e alla parete, sopra uno spazio vuoto, è attaccato uno striscione dei Cubs. Lì accanto è appeso un orologio rotto, fermo alle 7,28.

Se l’avvocato di Nicole non le proibisse ancora di contattarmi, sono sicura che mi scriverebbe per chiedermi se la persona arrestata è il signor Gutter. A differenza di Erica, lei sarebbe interessata alla verità, non ai pettegolezzi.

Io non so se si tratta del professor Gutter. Non so niente, perché nessuno ci dice niente.

Cerco aggiornamenti in rete. Il servizio originale è di poche righe e afferma che la polizia si è recata in una casa sul French Lake e ha portato via uno dei residenti. Un nome, però, non viene indicato. Il resto dell’articolo riporta di nuovo i dettagli del nostro caso, senza offrire nuove informazioni.

«Perché ci mettono tanto?» Allungo la testa fuori dalla porta.

«Sono sicura che avremo presto delle risposte» dice la mamma. L’agitazione della gamba la tradisce, oltre al modo concitato con cui ha chiesto informazioni a un giovane agente non appena siamo arrivate, prima che Jones ci facesse accomodare nell’ufficio del detective Howard. La mamma non è più paziente di me, ma se sta cercando di farmi sentire meglio, il minimo che posso fare è assecondarla.

Mi lascio cadere di nuovo sulla sedia e aggiorno i risultati del motore di ricerca.

La mamma ha già eliminato vecchie ricevute e buoni scaduti dalla borsa, poi ha preso un fazzoletto dalla scatola sulla scrivania del detective Howard e ha pulito con energia una striscia nera che sporcava la finta pelle. Aspettare non è facile per nessuna delle due. Lei pulisce e io faccio ricerche. Entrambe evitiamo di analizzare i “se”.

Quando la porta si apre, mi aspetto che entri un agente, qualcuno che ci comunichi i dettagli omessi nel comunicato stampa.

Invece, entra papà, che a quanto sembra sta parlando al telefono con qualcuno del lavoro. Abbraccia la mamma e mi bacia in fronte, mentre dà ancora istruzioni a chiunque sia all’altro capo del filo, poi riaggancia.

«Mi dispiace, sono arrivato prima possibile» dice alla mamma. Lei non risponde, ma io so che sta archiviando anche questa situazione nel suo cassetto mentale di Cose da Rinfacciare al Marito Più Tardi.



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