Solo by Francesco Leonetti

Solo by Francesco Leonetti

autore:Francesco Leonetti [Leonetti, Francesco]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788824918350
Google: EI3FugEACAAJ
editore: Booksprint
pubblicato: 2018-10-15T20:50:01+00:00


Anch’io e Prisco eravamo perplessi: come avevano fatto a ritrovarsi tre estranee, e perché erano sopravvissute? E cosa le aveva portate al Municipio di Nocera Inferiore? Ma siccome nella mia bocca si alternavano momenti di scialorrea ad altri di secchezza desertica, e dato che tutto il mio corpo era in subbuglio e le pulsazioni erano aumentate, dissi a gran voce: «Non stiamo a porci troppi perché: sono sopravvissute come siamo sopravvissuti noi e, per quanto riguarda il come si sono incontrate, ce lo diranno non appena riusciremo a metter loro le mani sopra. Cioè… voglio dire… non appena riusciremo a incontrarle.»

«Abbiamo capito esattamente cosa vuoi dire», esclamò Prisco ridendo, «e ti assicuro che, una volta tanto, ci trovi perfettamente d’accordo! Ora vediamo di non spaventarle e di trovare il sistema per incontrarci.»

Anche loro dovevano aver parlottato, perché durante la nostra discussione l’altoparlante era rimasto muto, poi ne uscì la domanda «Siete ancora lì?»

«Sì, certo, e stavamo chiedendoci quale può essere il sistema migliore per incontrarci. Voi che suggerite?»

Silenzio.

«Avete capito?»

«Sì, sì. Abbiamo capito. Sentite, facciamo una cosa: abbiamo notato che fra Angri e Nocera, sulla Napoli - Salerno, c’è un lungo rettilineo; potremmo incontrarci lì, domattina alle dieci. Noi veniamo da nord e voi da sud. Quando vediamo la vostra macchina ci fermiamo e voi fate lo stesso, poi una di noi e uno di voi, a piedi, si incontreranno a metà strada.»

«Ci sa tanto di “Sfida all’OK Corral!!!”»

«Lo sappiamo, ma dobbiamo essere prudenti. Sono anni che non vediamo un essere umano, e non vorremmo avere brutte sorprese!»

«Avete ragione, e in fondo la cosa vale anche per noi. Allora a domani alle dieci. Ciao»

«Ciao e buona notte.»

La comunicazione si interruppe.

Ci guardammo in faccia increduli. Io dissi «È possibile che sia un sogno?»

«Se è così, gentilmente, non svegliatemi, perché voglio godermi il finale» disse Filippo.

«Ragazzi, queste sono donne, donne vere, non fotografie o filmini!!! Cerchiamo di calmarci e svisceriamo la situazione.» gli rispose il fratello.

Quando la smettemmo di scherzare sul termine “sviscerare” ci sedemmo di nuovo sotto il portico e cominciammo a ragionare con più calma. Io ritenevo che dovessimo andare all’appuntamento con tre veicoli: due camion e una macchina sportiva e veloce. A mio avviso dovevamo arrivare all’appuntamento da nord, invece che da sud, così da piazzarci alle spalle dei nuovi arrivati, di modo che se notavamo qualcosa di strano potevamo bloccare le due corsie coi camion e filarcela con l’auto sportiva in direzione di Napoli. Per fare questo, ovviamente, ci saremmo dovuti fermare in prossimità di una delle tante interruzioni dello spartitraffico. Inoltre consigliai di caricare nell’auto veloce una discreta quantità di armi e munizioni perché, dicevo, «Prevenire è meglio che curare!»

Filippo rideva della mia prudenza, ma il fratello disse: «Francesco ha ragione, non credo che qualcuno voglia assalirci o ucciderci, perché non ce ne sarebbe ragione, ma non possiamo trascurare la possibilità che queste tre ragazze, se sono tre, non siano sole e facciano magari parte di un gruppo di sbandati che potrebbero trovare molto appetibile la nostra isola.»

Decidemmo



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