Stati Uniti contemporanei by Bruno Cartosio

autore:Bruno Cartosio [Cartosio, Bruno]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788809765528
editore: Giunti
pubblicato: 2015-03-05T23:00:00+00:00

UN PAESE DIVISO

Nel giugno 1964, Johnson mise a capo delle forze in Vietnam il «falco» generale Westmoreland e portò il contingente a 21.000 effettivi. Nell’agosto, adducendo un’aggressione a due navi statunitensi nel golfo del Tonchino – fatto mai avvenuto nei termini presentati da Johnson – il presidente ottenne l’autorizzazione del Congresso a usare ogni mezzo egli ritenesse necessario per rispondere. Johnson ordinò subito il bombardamento del Vietnam del Nord e accelerò la crescita (escalation) delle forze statunitensi nel Sud: salirono a 180.000 alla fine del 1965 e raggiunsero le 550.000 unità a marzo del 1969, quando il neopresidente Nixon iniziò la loro graduale riduzione.

Johnson falsificò la realtà dei fatti in Vietnam e le intenzioni dell’intervento per perseguire l’obiettivo di vincere militarmente la guerra sia contro i guerriglieri del Sud – i vietcong – sia contro il Vietnam del Nord. Le sue falsificazioni, già denunciate in parte dal movimento contro la guerra cresciuto parallelamente all’escalation, apparvero in tutta la loro chiarezza nel 1971, quando il «New York Times» e il «Washington Post» pubblicarono le cosiddette «Pentagon Papers», circa settemila pagine di carte segrete del Pentagono in cui erano documentate le iniziative segrete, le falsificazioni, le mezze verità fatte circolare da Truman in poi per giustificare le scelte politiche e militari nel Sudest asiatico.

A quel punto, però, Johnson non era più presidente. A gennaio del 1968, l’«offensiva di capodanno» (Tet) nemica aveva portato giornali e TV a dire per la prima volta che «non stiamo vincendo la guerra», in opposizione ai bollettini ufficiali. L’evoluzione bellica negativa e la crescita impetuosa del movimento contro la guerra avevano portato il presidente sull’orlo del crollo: alla fine di marzo Johnson annunciò che non si sarebbe candidato per la rielezione. Che la sua rinuncia fosse un’ammissione di sconfitta anche politica e militare, oltre che personale, lo dimostrarono la sua decisione di rallentare i bombardamenti sul Nord Vietnam e di accettare la convocazione di una conferenza di pace.

In effetti, l’opposizione alla guerra aveva sviluppato grande combattività e assunto dimensioni di massa in tutto il paese. Le manifestazioni del movimento culminarono nella gigantesca dimostrazione contro la convenzione del Partito democratico a Chicago nell’agosto 1968. Le università erano diventate i centri propulsori e organizzativi del movimento contro la «sporca guerra», ma furono rivitalizzate anche le vecchie forze pacifiste che già nel decennio precedente avevano protestato contro il riarmo nucleare e la guerra fredda. Gli aderenti ai movimenti «controculturali» del pacifismo radicale e del «distacco» dalla società acquisitiva, egoistica, dominata dagli idoli del successo – dai beat formatisi nel decennio precedente ai più giovani e numerosi hippies – si affiancarono ai militanti che bruciavano le cartoline-precetto. Nelle città e nelle università nacquero migliaia di pubblicazioni di varia collocazione politica, controculturali e di controinformazione caratterizzate da una comune opposizione alla guerra e da vari tipi di critica alla società, alla politica e alle istituzioni. Migliaia di renitenti alla leva e disertori cercarono rifugio in Canada, in Svezia e in altri paesi, da cui diffondevano la loro propaganda contro la guerra.

Era cresciuta

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