Storia culturale del clima by Wolfgang Behringer

Storia culturale del clima by Wolfgang Behringer

autore:Wolfgang Behringer [Behringer, Wolfgang]
La lingua: ita
Format: epub, mobi, azw3
Tags: History, Social History, Essays
ISBN: 9788833972275
editore: Boringhieri
pubblicato: 2013-04-22T22:00:00+00:00


Economia dei peccati e abbigliamento

Il modo di vestirsi subì un cambiamento ben maggiore di quello che ci si potrebbe aspettare come reazione a un clima più freddo. Tutto lascia pensare che l’abbigliamento dei ceti superiori intorno al 1500 fosse più leggero che in seguito. Nelle immagini di corte di inizio XVI secolo, ad esempio nel celebre ritratto di Francesco I di Francia, opera di Jean Clouet (oggi al Louvre), l’ingegnosa composizione e il taglio raffinato degli abiti, confezionati in seta leggera, danno risalto al corpo. Possiamo supporre che i pantaloni stretti degli uomini e le ampie scollature delle donne, che vediamo nei disegni di Dürer e di Holbein e che allora erano molto diffusi, non dovessero avere il consenso dei predicatori riformati. Il modo giocoso di trattare i materiali, ad esempio nel caso dei variopinti pantaloni alla zuava, i cui spacchi lasciavano intravedere i colori della biancheria intima o addirittura la pelle nuda, suscitava lo sdegno dei teologi più zelanti, come si può vedere nell’Hosenteufel, uno scritto in cui Andreas Musculus (1514-1581) tuona contro «gli osceni calzoni del diavolo».51 Quanto all’abbigliamento femminile, con le sue «maniche traforate» e le sue «catenelle dorate», esso era accusato di provocare un’eccitazione erotica;52 al punto che gli fu dedicato un apposito Kleider-, Pluder-, Pauß- und Krauß Teuffel («Diavolo dei vestiti, degli sbuffi, dei rigonfiamenti e delle pieghe») e altri analoghi ammonimenti ecclesiastici.53 La moda rifletteva le condizioni climatiche, ma anche qualcos’altro: lo spirito di un’epoca in cui la gioia di vivere non era ancora stata guastata dalla serietà religiosa.54

Le storie della moda ci dicono che nel corso del XVI secolo entrarono in auge i tessuti pesanti, che in breve presero piede in grande stile. In contrasto con la relativa liberalità di inizio secolo, alla fine del Cinquecento i ceti superiori si presentavano con vestiti accollati, il corpo celato da panni spessi e scuri e ciò indipendentemente dall’età, dalla confessione, dalla nazionalità e dal sesso. Più o meno nello stesso periodo iniziò la marcia trionfale della biancheria, intesa ora in senso stretto, ora in senso più ampio: cioè o come biancheria intima che si indossava direttamente sul corpo, sotto uno strato di camicie e corpetti, come i «mutandoni di lana lavorati a maglia» che Weinsberg si fece confezionare nel settembre del 1585 e che portò fino alla fine di maggio del 1586 per via del freddo pungente;55 o come gli «abiti di sotto» e i vari tipi di sostegno (corsetti, alette, supporti di filo metallico) che dovevano conferire alla parte visibile dell’abito la forma desiderata. Presso i ceti superiori anche il modo di muoversi si fece «più dignitoso» e ciò probabilmente influenzò anche le forme del corpo. Un aspetto particolare del cambiamento fu certamente la necessità di proteggersi dal freddo. Potrebbe essere questo il motivo che indusse tanto gli arciduchi asburgici quanto il lord cancelliere inglese Francis Bacon a portare dei cappelli di feltro nero grottescamente alti (ben oltre le regole della moda)56 e a persuadere Weinsberg a indossare anche in casa delle pantofole ben calde, mentre per andare «per strada quando gela» si fece confezionare un paio di scarpe adatte.



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