Sublime madre nostra by Alberto Mario Banti;

Sublime madre nostra by Alberto Mario Banti;

autore:Alberto Mario Banti; [Banti, A.M.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: eBook Laterza
ISBN: 9788858113752
editore: edigita
pubblicato: 2011-11-14T23:00:00+00:00


3. «Pro patria mori»

È chiaro che il sacrificio possibile delle giovani donne italiane cadute sotto le «grinfie del barbaro nemico», un sacrificio involontario e brutale, e per questo ancora più terribile, ha un rilievo che non può essere trascurato, soprattutto per le risonanze razziste di cui si colora. Ed è un sacrificio che chiama gli uomini alla difesa e alla vendetta, come è anche illustrato dal manifesto diffuso per il quinto prestito di guerra (fig. 7).

Fig. 7. Ugo Finozzi, Cacciali via!, manifesto per il quinto prestito di guerra (1918). Milano, Archivio G. Costa.

Tuttavia è anche opportuno sottolineare che i veri protagonisti dell’offerta sacrificale – per riprendere una metafora dannunziana – sono senza alcun dubbio i maschi combattenti. È una donna autorevole come Anna Franchi a ricordarlo ancora una volta, enfatizzando il ruolo formativo che spetta alle madri eroiche – tali non solo perché capaci di resistere «virilmente» al dolore, ma soprattutto perché consapevoli educatrici di eroi. Nel dicembre del 1917 il quotidiano «Il Secolo» dà conto di una conferenza che la Franchi tiene a impiegate e insegnanti nel corso di un convegno organizzato dalla Lega nazionale patriottica delle impiegate e dall’Associazione magistrale femminile di azione patriottica. Nell’articolo si dice:

«Anna Franchi ricorda l’invasione compiuta dal barbaro nemico che oggi profana il suolo della patria calpestando le tombe dei nostri eroi ed invoca che tutte le madri concordi insistano nell’opera di propaganda per la resistenza sino a che quelle sacre terre bagnate dal sangue di tanti prodi ritornino libere. Solo allora, ella disse, noi madri saremo degne dei nostri figli». Ogni donna patriota, dice la Franchi, è «madre» perché i combattenti sono «figli della patria». Il suo dovere di madre è di «seminare coraggio» ai figli perché conquistino la vittoria anche a costo della vita. La patria richiede una maternità eroica: «La voce delle madri, oggi più che mai, si deve far sentire non col pianto per lo strazio sofferto ma per infondere quel coraggio che al soldato non deve mancare per conquistare la vittoria finale da tutti invocata. Solo allora il Calvario avrà l’apoteosi della Croce»127.

Il ruolo delle madri eroiche, dunque, è di seminare coraggio tra gli eroici figli, affinché si sentano pronti al martirio. Ed «educati a quella morte» si sentono in effetti molti, se non dalla loro madre, certamente dalla pedagogia nazionalizzante che hanno assorbito oltre che in famiglia, anche a scuola e nella vita pubblica della «nuova Italia». Nell’esperienza bellica la mistica del pro patria mori acquista le più varie rifrazioni, tutte – peraltro – derivate dalla matrice discorsiva originaria (la sacralità del martirio, la santità della guerra di liberazione dei territori irredenti, il dovere del sacrificio, la nobiltà della bella morte).

E così, per esempio, Fausto Filzi scrive a Emma, fidanzata di suo fratello Fabio:

Oggi ho fatto domanda di esser mandato in prima linea e nei bombardieri. [...] Emma, credilo che quando penso che mi sarà dato finalmente di poter essere vicino, vicinissimo ai grugni austriaci, quando penso che una mia bombarda ne potrà frantumare un decina, credilo, Emma, che non posso pensare né alla mamma né al papà, né a nessuno.



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