Tradizione e inconscio by René Guénon

Tradizione e inconscio by René Guénon

autore:René Guénon [Guénon, René]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Aurora Boreale
pubblicato: 2023-08-24T22:00:00+00:00


Carl Gustav Jung

Proprio questa confusione ritroviamo anche qui: che le produzioni dei malati osservate dagli psichiatri derivino dal «subconscio», è cosa pacifica; ma, per contro, tutto ciò che è d'ordine tradizionale, e in particolare il simbolismo, può essere riferito solo al «superconscio» vale a dire al mezzo con cui si stabilisce una comunicazione con il sopra-umano, mentre il «subconscio» tende al contrario verso l'infra-umano. Vi è dunque in questo una vera e propria inversione assolutamente caratteristica del genere di spiegazione di cui stiamo trattando; e quel che le dà una parvenza di giustificazione è il fatto che, in casi come quello citato, il «subconscio», grazie al suo contatto con influenze psichiche dell'ordine meno elevato, «scimmiotta» effettivamente il «superconscio». Di qui nasce, in coloro che si lasciano prendere da queste contraffazioni e sono incapaci di discernerne la vera natura, l'illusione che porta a quella che abbiamo chiamato una “spiritualità alla rovescia».

Con la teoria dell’“inconscio collettivo», si crede di poter spiegare il fatto che il simbolo è «anteriore al pensiero individuale» e che lo supera; la vera questione, che sembra non ci si ponga neppure, sarebbe di sapere in quale direzione lo supera, se verso il basso come parrebbe indicare quest'appello al preteso «inconscio», o verso l'alto come affermano al contrario espressamente tutte le dottrine tradizionali. Abbiamo colto in un recente articolo una frase in cui questa confusione appare nel modo più chiaro possibile: «L'interpretazione dei simboli... è la porta aperta sul Gran Tutto, cioè la strada che conduce verso la luce totale attraverso il dedalo dei bassifondi oscuri della nostra individualità». Disgraziatamente è molto probabile che, smarrendosi in questi «bassifondi oscuri», si arrivi a tutt'altra cosa che alla «luce totale»; notiamo anche il pericoloso equivoco del «Gran Tutto», che, come la «coscienza cosmica» nella quale alcuni aspirano a fondersi, non può esser qui niente di più né di diverso dallo psichismo diffuso delle regioni meno elevate del mondo sottile; ed è così che l'interpretazione psicoanalitica dei simboli e la loro interpretazione tradizionale conducono in realtà a esiti diametralmente opposti.

È il caso di fare ancora un'altra importante osservazione: tra le diverse cose che si pretende di spiegare con l’«inconscio collettivo», bisogna naturalmente annoverare il «folklore» ed è questo uno dei casi in cui la teoria può presentare una qualche parvenza di verità. Per essere più esatti, bisognerebbe parlare a tale riguardo di una specie di «memoria collettiva», che è come

un'immagine o un riflesso, nell'ambito umano, di quella «memoria cosmica» che corrisponde a uno degli aspetti del simbolismo della luna. Soltanto, voler spiegare con la natura del «folklore» l'origine stessa della tradizione, significa commettere un errore del tutto simile a quello, così diffuso oggigiorno, che fa considerare «primitivo» ciò che è solo il prodotto di una degenerazione. È infatti evidente che il «folklore», essendo essenzialmente costituito da elementi appartenenti a tradizioni estinte, rappresenta inevitabilmente uno stato di degenerazione in rapporto a quella; ma d'altronde è il solo mezzo con il quale se ne può salvare qualcosa. Bisognerebbe anche domandarsi in quali condizioni la



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