Troppo neri by Saverio Tommasi

Troppo neri by Saverio Tommasi

autore:Saverio Tommasi [Tommasi,Saverio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2023-05-30T00:00:00+00:00


Erano molti anni prima delle Torri gemelle, della guerra in Iraq e di quella in Afghanistan. Durante quelle guerre iniziai a scrivere, credevo nella parola e ci credo ancora. Per scrivere in tranquillità mi indebitai comprando uno spazio di trentasei metri quadrati, ma finii per ospitarci famiglie rom e immigrati, anche un italiano senza dimora da tre anni ma con un appuntamento fisso al Ser.d. Una volta ospitai una famiglia rom di nove persone, compresa la nonna. La bambina più piccola con i pennarelli mi dipinse le pareti con dei soli tremanti gialli e casette stilizzate, per farmi un regalo. Ospitai anche un irregolare, nascondendolo al piano di sotto per alcuni mesi. Non era proprio un nascondiglio, in verità. Lui saliva sopra per fumare, faceva la spesa fuori e poi tornava a cucinare nel sottosuolo, con un fornellino elettrico, pericolosamente accanto al materasso su cui dormiva. Il sottosuolo aveva due piccole grate da cui passavano l’aria e un filo di luce. Le pareti erano ancora colorate dai disegni della bambina rom, ospitata qualche mese prima, una famiglia allargata di nove persone dove nessuna aveva trovato il tempo di spiegarle che non si disegna sui muri. L’irregolare aspettava un nuovo lavoro, comunque da irregolare, perché se sei irregolare non ti possono assumere fino a che non riaprono i flussi, ma quelli li riaprono quando vogliono loro e non quando hanno bisogno le persone. L’irregolare si chiamava Azzedine, ed è morto suicida qualche mese fa nel carcere di Sollicciano, a Firenze. Capita che a forza di essere irregolare, gli unici che ti danno un lavoro non siano dei santi, e capita che tu debba comunque mangiare e accetti di lavorare per persone che non sono eroi. E capita che poi la polizia ti prenda, ti metta dentro e tu ti senta davvero – per la prima volta nella vita – irregolare, fuori posto, inutile. E capita che, quando una persona si sente inutile, si ammazzi. I detenuti possono cucinarsi un piatto, in cella, se sono riusciti a procurarsi un fornellino elettrico. Azzedine non ce l’aveva, e alle 17 di un venerdì pomeriggio ha chiesto a un altro detenuto il favore di cucinargli un piatto di marka, lo spezzatino marocchino fatto di carne e verdure, zenzero e curcuma. L’altro detenuto ha risposto sì, e quella è stata l’ultima cena di Azzedine. Dopo aver mangiato ha inserito la chiavetta usb dentro il lettore musicale, ha ascoltato Cheb Nasro, un cantante algerino. Poi il Corano. Poi ha preso un lenzuolo e si è strangolato. Azzedine era arrivato a Firenze da adolescente, aveva seguito un corso per imparare l’italiano, poi per diventare parrucchiere, poi la vita non segue i percorsi delle favole e qualche volta ti spezza ai fianchi. Io sono felice di averlo incrociato, ma non gli ho cambiato la vita. Non c’è mai bontà assoluta, e anche il male non è mai totale, c’è sempre qualche intercapedine leggermente fuori posto che lascia libero accesso a un gesto di umanità.

Scrivo questo libro perché sono ossessionato, ma non in senso patologico.



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